Il ritorno del Milan in Champions League comincia da Anfield, e coincide con una delle sfide classiche della massima competizione europea, Liverpool Milan. Nella bolgia inglese, la squadra di Pioli gioca una partita sofferta ma dove mette in campo un cuore enorme, e sfiora l’impresa; tutto ciò, tuttavia, non basta purtroppo ad evitare la sconfitta per 3-2. Ecco le nostre cinque considerazioni sulla gara.
Esperienza
Il Milan è una squadra giovanissima, il Liverpool no. Nella nostra rosa ci sono tantissimi giocatori alla loro prima presenza in Champions League, a partire dal capitano Calabria, passando per Rebic, Bennacer e via dicendo. Dall’altra parte, invece, abbiamo dei campioni che la Champions l’hanno vinta pochi anni fa. Salah, Mane, Alisson, Robertson ed Henderson sono giocatori abituati a partite di un certo calibro. E questo fa tutta la differenza del mondo.
Spirito
Il Milan, però, se l’è giocata. Come abbiamo imparato a vedere in questi ultimissimi anni, i ragazzi di Pioli hanno spesso alzato l’asticella e hanno dato fastidio a chiunque, basti pensare alla super sfida di Europa League dello scorso anno contro lo United. Ad Old Trafford la partita si concluse con un pareggio per 1-1, ma il Milan giocò la sua miglior partita dell’anno contro un avversario fortissimo. Contro il Liverpool si torna a casa con 0 punti, ma lo spirito con cui i ragazzi hanno affrontato la partita è encomiabile.
Pubblico
Una considerazione sul pubblico. Nonostante il tifo fosse tutto indirizzato ai Reds, è stato fantastico giocare con una cornice così. Ascoltare “You’ll never wolk alone” prima della partita mette i brividi, a prescindere da che squadra si tifi. Dall’altra parte, l’immagine del tifoso milanista in lacrime dopo il 1-2 di Brahim è un po’ il simbolo di cosa abbiamo provato noi da casa. Il pubblico fa veramente la differenza.
Mike Maignan
Poteva fare qualcosa in più sul secondo gol del Liverpool? Forse sì, ma che prestazione sontuosa per il resto per il nostro portiere! Rigore parato, riflessi stratosferici sulla respinta, tantissima sicurezza al reparto arretrato. Sì, Maignan è veramente un fenomeno. Con Kjaer e Tomori, autori anche loro di una partita pazzesca, il reparto difensivo del Milan (a dispetto del risultato) è in buone mani.
Champions League
Al di là della sconfitta, per noi tifosi rivedere il Milan in certi palcoscenici è un’emozione unica. Il sottofondo musicale più famoso dello sport, l’avversario fortissimo e l’atmosfera che solo la Champions sa regalare. Dopo sette lunghi anni, il Milan c’è. Finalmente.