Come il centrocampista ivoriano può inserirsi nel gioco di Giampaolo.
“Che cosa fare con Franck Kessié?” è stata una delle domande più gettonate degli ultimi mesi nei dintorni di casa Milan. L’idea di sacrificare il centrocampista ivoriano sull’altare del fair play finanziario ha senza dubbiato sfiorato le menti della dirigenza rossonera, ma alla fine ha prevalso la voglia di confermarlo e di farne ancora una volta – per la terza stagione consecutiva – uno dei punti cardine del Milan che verrà. Tra le motivazioni che hanno portato alla conferma, ormai certa, del numero 79 del Diavolo ci sono sicuramente la pochezza delle offerte ricevute – quella del Wolverhampton era oggettivamente troppo bassa – ma anche e soprattutto la fiducia nelle qualità del ragazzo, ritenuto un potenziale gioiello sia dalla dirigenza che da mister Giampaolo.
I dubbi sulla conferma in rossonero di Kessié erano stati avvalorati proprio dall’arrivo sulla panchina di Giampaolo. I muscoli e la fisicità dell’ex Atalanta sembravano cozzare, agli occhi di molti, con la qualità tecnica che Giampaolo cerca sempre di imporre nella sua linea mediana. Ma si è trattato solo di uno sciocco errore di valutazione. In primis perché, per quanto il tecnico prediliga i piedi buoni, nelle sue intenzioni non c’è sicuramente quella di puntare solo ed esclusivamente sulla qualità. Ma anche perché Kessié, malgrado il pensiero del senso comune, non è affatto un giocatore privo di qualità.
Le sue caratteristiche sembrano anzi sposarsi alla perfezione con il gioco del mister, intenzionato a dargli piena fiducia in un ruolo più quantitativo – quello di mezzala destra, occupato alla Samp da Linetty – dove Kessié dovrà far valere la sua abilità al tackle (0,8 contrasti vinti a partita nella scorsa stagione e 0,8 intercetti) e soprattutto il suo istinto naturale per gli inserimenti senza palla. Le doti nel pressing alto, nella corsa in verticale e la buona propensione nelle accelerazioni palla al piede verso la porta avversaria sono altre caratteristiche conciliabili con ciò che Giampaolo chiede ad almeno uno dei suoi centrocampisti. E per quanto riguarda l’aspetto tecnico-qualitativo, se da un lato il classe ‘96 deve ancora migliorare nella gestione e nella scelta dell’ultimo passaggio, dall’altro le recenti prestazioni con la Nazionale della Costa d’Avorio e i suoi numeri in Serie A parlano di un giocatore assolutamente prezioso anche in fase di rifinitura e finalizzazione.
Dal 2010 ad oggi, Kessié è stato l’unico calciatore capace di confezionare 3 assist in una singola partita di Coppa d’Africa. Negli ultimi tre campionati di A, poi, tra i centrocampisti soltanto Benassi e Perisic sono riusciti come lui – eccellente rigorista – a segnare almeno 5 reti. Le ottime percentuali nella precisione dei passaggi (92% nella propria metà campo, 82% in quella avversaria) smentiscono ulteriormente le dicerie su una sua presunta incapacità nel palleggio.
Il suo talento è ovviamente ancora da sgrezzare ma la sensazione è che Giampaolo possa essere l’uomo giusto per accentuarne le qualità e per correggere i difetti che sin qui ne hanno impedito la definitiva esplosione. Ai tempi dell’Atalanta, con un maestro di calcio come Gasperini, Kessié aveva dato ampia dimostrazione di quanto potesse essere devastante in un sistema di gioco collaudato e propositivo. Se il nuovo mister rossonero dovesse riuscire a proporre un modello di gioco simile per chiarezza dei concetti ed organizzazione, entrando nella testa del ragazzo con i modi giusti, allora Kessié potrebbe davvero spiccare il volo ed essere un importante valore aggiunto per la stagione che verrà.