La prima delle due serate dei quarti di Champions League se l’è aggiudicata il Milan grazie a un gol di Ismael Bennacer in pieno Ramadam. Il centrocampista franco-algerino contro il Napoli ha messo a segno la sua prima rete nella massima competizione europea, la quinta in maglia rossonera dal 2019. Una partita giocata ad alti ritmi da entrambe le squadre, segnata da episodi e soprattutto dalla determinazione delle difese. Quella del Milan, in particolare, ha chiuso i varchi all’armata di Spalletti e quando non ci è riuscita è intervenuto Mike Maignan, un muro invalicabile soprattutto sulla conclusione a colpo sicuro di Di Lorenzo nel secondo tempo.
A fare da cornice al match il clima rovente sugli spalti, acceso dal primo all’ultimo minuto; con la tensione che si tagliava con un coltello dal primo al 105esimo minuto (si, anche nell’intervallo). Una partita nella partita che da parte del tifo milanista è stata leale, fatta di sfottò e nulla più. Diverso invece l’atteggiamento della tifoseria calda del Napoli assiepata al terzo anello verde, con alcuni «tifosi» che hanno preso di mira i rivali in rossonero del settore appena sottostante lanciando bicchieri di urina, sputi e accendini.
Due striscioni in Curva Sud contro Napoli e i suoi tifosi
In Curva Sud invece ci si è limitati a tifare e a prendere in giro qua e là i supporter della formazione avversaria. Tra gli striscioni apparsi al secondo anello blu due in particolare hanno fatto più clamore e sono stati ripresi come tema di discussione dai vari media nel post partita. Il primo mostrava un messaggio lì per lì un po’ criptico, un indirizzo di Napoli, “Via Raffaele Stasi 40/46”, che solo Google Maps ha poi svelato riferirsi a un negozio del capoluogo campano della catena “Acqua e Sapone”. Discriminazione territoriale o semplice goliardia? La linea di confine è sottile ma non ce la sentiamo di travalicarla e lo bolliamo come semplice sfottò.
Un modo indiretto insomma per consigliare ai napoletani presenti al terzo anello di “darsi una sciacquata”. Un altro striscione invece, meno «forte» e un po’ più ironico, a un certo punto è stato srotolato insieme ad altri due lenzuoli, vuoti però, bianchi, senza risposte: «Le cose che amo di Napoli»… evidentemente nessuna.