Il n.70 rossonero è uno spietato predatore d’area di rigore, parso meno ficcante quando gli viene concessa una frazione di secondo per decidere come concludere.
Carlos Bacca (30) e lo stadio Marassi, un accostamento che stride un po’. Le trasferte liguri per l’attaccante colombiano hanno un sapore agrodolce, ieri sicuramente amaro. Subentrato dalla panchina contro la Sampdoria (andato in gol) e richiamato in panchina contro il Genoa, la storia di Bacca al Marassi parla di luci ed ombre. La sfida andata in scena ieri sera ha evidenziato solo buio totale o quasi, soprattutto per il bomber rossonero. Il Milan non ha brillato, il primo tempo è stato totalmente regalato ai padroni di casa e solo nella ripresa (dove però Bacca è stato sostituito al 58′), si è vista una reazione da parte dei ragazzi di Montella. Troppo poco per recuperare un risultato ormai compromesso e avere la meglio su un Genoa comunque ben messo in campo, proibitivo se viene a mancare l’apporto dei giocatori più rappresentativi. Bacca e co. non hanno mantenuto le aspettative, ma c’è da fare un distinguo. Bonaventura ad esempio è rientrato in campo con un altro piglio, quello che è invece mancato al colombiano e ad altri.
Poco ficcante se può ragionare, Bacca vive d’istinto
Tutti si aspettavano molto da Carlos, giocatore determinante, ma che fatica a segnare lontano da San Siro. Il digiuno è continuato ieri in quel di Genova. L’attaccante ha avuto qualche occasione per mettersi in mostra, ma è parso mentalmente lento nel decidere sul da farsi. Il n.70 rossonero è uno spietato predatore d’area di rigore, parso meno ficcante quando gli viene concessa una frazione di secondo per decidere come concludere. In quanto a istinto Bacca non è secondo a nessuno, meno bravo se costretto a ragionare. Anche Daniele Adani (Sky) ha sottolineato questo aspetto: “Bacca è un goleador magnifico dotato di grande istinto. Lui è un giocatore che prende e si butta sulla palla, ma quando deve pensare va in difficoltà. Ragionare non è cosa per lui”. Nessun processo contro il centravanti del Milan, certo è che se il Diavolo vuole affermarsi deve poter contare sul proprio fuoriclasse e lo stesso giocatore deve lavorare per migliorarsi. La tappa di Genova è già alle spalle, domenica a San Siro arriva il Pescara di Oddo e Cristante, vietato sbagliare approccio.