Lecce-Milan, la lettura tattica: la mediana e il ruolo di Calhanoglu. Domenica a San Siro arriva la Roma: cosa dobbiamo attenderci.
Franck Kessié e Ismael Bennacer soffrono. Sarebbero perfetti insieme a Pirlo, in modo tale da proporsi uno come mastino recupera-palloni e l’altro come giocatore in grado di fare un po’ tutto. Alla Ambrosini per intenderci, pur se con qualità diverse (ricordiamo che l’algerino è terzo per numero di dribbling in tutta la Serie A). Però chi può fare il Pirlo della situazione? Si adatta Calhanoglu? Si rispolvera Biglia? Forse è meglio pensare di intervenire sul mercato!
La fase di pressing è sempre teoricamente ben organizzata, ma spesso in ritardo. Sembra che i giocatori del Milan si allenino un giorno in meno degli altri, oppure che qualcuno frequenti poco Milanello. Non voglio pensare che i ragazzi abbiano difficoltà di apprendimento o reazione, ma non mi capacito del fatto che ci siano sempre ritardi nell’uscita e che, insomma, le cose vengano fatte sempre a metà. Poi, a questo giro, è stato il povero Lecce l’avversario, ma in futuro ho paura che altre squadre possano rivelarsi meno docili.
Bisogna evidenziare, inoltre, gli errori in fase difensiva del Lecce e l’utilità di Calhanoglu come fantasista nel tempo e nello spazio, tendenzialmente tra le linee. Il suo ruolo da catalizzatore permette di non dare punti di riferimento e obbliga un centrocampista avversario ad arretrare, oppure un difensore centrale a uscire, rischiando di rompere gli schemi difensivi.
Il recupero di Ibra, inoltre, darebbe la possibilità al turco di alzare il proprio baricentro e di inserirsi maggiormente. Dal mio punto di vista, il suo ruolo naturale non è propriamente lì in mezzo, bensì a ridosso dell’area di rigore o, addirittura, davanti alla difesa. Troverebbe infatti maggiori punti di riferimento per potersi muovere tra questi ed esprimere le proprie qualità tecniche. Sembra paradossale, ma per un giocatore di qualità che non desidera dare punti di riferimento, è necessario avere reale conoscenza delle zone che va a calpestare, in modo tale da approfittare delle situazioni favorevoli in base al tempo e allo spazio.
Guardando al futuro, la sfida con la Roma di domenica non mi fa stare tranquillo, ho paura che la supremazia tecnica dei giallorossi possa tranquillamente eludere la fase di pressing, aprendo troppi spazi tra le nostre maglie difensive. Avrete capito che il 4-2-3-1 è troppo allegriano per i miei gusti, ma la speranza è quella di sbagliare. Molto dipenderà dalla prestazione di Kessié e Bennacer e dalla precisione delle giocate offensive. Temo fortemente che la Roma ottenga il predominio assoluto della gara.
Prima della pandemia ero solito consigliare una formazione in base alle riflessioni contenute nell’articolo, ma al momento credo sia necessario solo analizzare e non alimentare sogni irrealizzabili. Prima o poi torneremo grandi.