Negli anni ’50 l’allora Presidente del Milan Andrea Rizzoli, grande imprenditore milanese, ha avuto la geniale idea di costruire un villaggio nel quale i giocatori potessero vivere lontano dal caos della città. Su progetto dell’architetto Viani e dell’ingegnere Crescentini, nel 1963 è stato inaugurato il Villaggio Milan, una sorta di residence adibito all’attività dei calciatori rossoneri. Si trova a Carnago, in provincia di Varese, a circa cinquanta chilometri da Milano. Silvio Berlusconi l’ha poi fornito di ulteriori servizi come piscine e palestre, e, su volontà di Arrigo Sacchi, è stata aggiunta la cosiddetta “gabbia“, il sistema di allenamento in grado di offrire notevoli vantaggi. La struttura è anche stata sede di ritiro della Nazionale italiana, in occasione di importanti eventi come gli Europei. Immersa nel verde, al suo interno vi è una palazzina a due piani in cui alloggiano tecnici e giocatori nei giorni di ritiro antecedenti alle partite. Oltre ad aree dedicate allo svago, una sala camino funzionale ad accogliere i giornalisti, dal 2002 è anche presente il MilanLab, centro medico all’avanguardia per la prevenzione e la cura degli infortuni.
Intorno al centro sportivo sono nate tante leggende, di particolare rilievo è quella riguardante la presenza di fantasmi. Peppe Di Stefano nel suo libro “Milanello, la casa del diavolo”, racconta del fantasma che spesso si è fatto sentire. Nell’epoca pre Berlusconi un collaboratore tecnico fermatosi a dormire da solo nel centro, riferisce di aver udito dei passi… pare infatti che tra il 1600 e il 1700 nell’attuale area di Milanello sorgesse un cimitero nel quale furono seppelliti gli abitanti della vicina cascina. Anni dopo Fabio Capello, allo scoccare dell’una di notte, sente spostare tavoli e sedie nella sala mensa e, seppur incredulo, sospetta la presenza di fantasmi. Un altro strano episodio è stato poi vissuto da Antore Peloso, il direttore del centro, ed è legato alla stanza numero 16: dopo aver sentito la porta chiudersi, ha provato ad aprirla senza riuscirci e la relativa chiave sembrava scomparsa. La mattina seguente invece, la porta era aperta e la chiave inspiegabilmente al proprio posto.
All’epoca del Milan allenato da Gattuso, il gruppo cinese alla presidenza, messo al corrente del famigerato fantasma e a seguito di qualche sconfitta, decide di convocare un esorcista. L’uomo, molto anziano e proveniente da Torino, ispeziona ogni stanza del centro tecnico di Carnago. «Di sicuro il suo intervento non basta per spegnere le voci sul fantasma buono di Milanello» – scrive Di Stefano. C’è chi ci può credere e chi no, ma questa leggenda è ormai inevitabilmente parte della storia rossonera, e ogni stagione sportiva è arricchita da suggestivi episodi, talvolta sconcertanti.