André Silva ieri non è stato certamente devastante, ma il divario tecnico-mentale con l’attuale Kalinic è parso impietoso. Al di la della diversità a livello di caratteristiche, oggi è il piglio mentale a segnare l’abisso tra i due
Day after di Juventus-Milan, giornata di riflessioni e disamine facilitate anche dalla Pasqua. I se e i ma non hanno mai ribaltato un risultato, soprattutto a partita terminata, nel match di ieri però qualcosa poteva andare diversamente. I riflettori vengono puntati sul reparto offensivo, dove dopo un vortiginoso ballottaggio l’ha spuntata un po’ a sorpresa André Silva. Il portoghese in fortissima ascesa a livello di rendimento, all’Allianz Stadium ha confermato i netti miglioramenti palesati da due mesi a questa parte. Tecnico da far innamorare gli esteti del calcio, pratico e solido tanto da duellare alla pari con Barzagli e Chiellini, Silva ieri avrebbe meritato di più, non tanto a livello realizzativo (dove ha mancato la ghiotta occasione di testa), quanto a livello di minutaggio. Gattuso nel secondo tempo gli ha preferito Kalinic, un cambio che al Milan ha portato un netto passivo tecnico.
IL BUIO DI KALINIC E LA LUCE SILVA André Silva ieri non è stato certamente devastante, ma il divario tecnico-mentale con l’attuale Kalinic è parso impietoso. Al di la della diversità a livello di caratteristiche, oggi è il piglio mentale a segnare l’abisso tra i due. Il portoghese oltre ad essere squisitamente elegante, sa far valere il fisico nella protezione della palla e lavorare di sponda per i compagni. Kalinic gettato nella mischia da Gattuso, si è disimpegnato a dovere in un paio di sponde, ma poi, solo corsa infruttuosa. Per onor di cronaca e onestà intellettuale va detto che il croato è subentrato nel momento di flessione del Milan e spinta della Juve, ciò non toglie che nonostante la diversità dei compiti stabiliti, Silva ha fatto comunque meglio. La scelta di Gattuso è parsa un po’ forzata, le esigenze prioritarie del Milan erano sui laterali, dove la Juve aveva inserito forze fresche. Al netto dell’ottima prestazione da parte dei rossoneri, resta l’amaro per un risultato bugiardo e per alcuni tasselli che stentano ad eguagliare gli standard richiesti dal Milan e dalle sfide in programma.