Ha condiviso con Carlos Bacca la copertina rossonera della prima domenica di gennaio. Gianluca Lapadula cresce, dimostra valore, ed è sempre più decisivo. Il suo legame con il Milan oggi è indissolubile.
Dalla serie cadetta a un top club in Serie A è un passo avanti non semplice da affrontare. Anche se sei un fenomeno, il rischio di inciampare al primo ostacolo è dietro l’angolo. E se caschi subito, a San Siro, capita che proprio San Siro non ti perdoni più nulla. Quando sei al top cambia la cornice, cambiano le pressioni, cambiano ritmo e attese. Non tutti ci riescono, non tutti resistono. Gianluca Lapadula però non fa parte di questa cerchia di meteore mascherate da campioni, o aspiranti tali. Lui ha resistito, eccome, e allenamento dopo allenamento è riuscito a ritagliarsi un ruolo da Milan, nel Milan.
Da Empoli al Cagliari è stato un crescendo di minutaggio e segnali chiari, concreti, decisivi. «Prima del gol conta l’atteggiamento – ha spiegato nella lunga intervista rilasciata alla Domenica Sportiva, sui canali Rai –, è da lì che si può fare la differenza. All’inizio non era facile, venivo da una storia diversa rispetto a quella del Milan. Ma nei momenti in cui non giocavo nasceva in me ancora più voglia di dimostrare a me stesso e alla gente che non credeva in me che io ci potevo stare e ora continuerò a provare a ritagliarmi il mio spazio. Ho fatto più panchine che presenze, ogni presenza per me vuol dire tanto. io ho fatto gol sia entrando dalla panchina che giocando da titolare, sto facendo quello che posso. Sicuramente quest’estate non era facile pensare Lapadula al Milan, so che il presidente del Pescara ha parlato di me a Berlusconi. Il progetto del Milan mi sembrava buono e più congeniale per me, è stata una trattativa lampo per me perché lo volevo fortemente. Si parla di dualismo tra me e Bacca – ha aggiunto Lapa –, ma c’è stima reciproca e oggi lo abbiamo dimostrato. Coraggio è una parola che è stata parte della mia vita».