Col Milan a Napoli, poi la Serie B, l’Ascoli, il sisma, la Serie A, l’Hellas Verona e ancora il Napoli. Il destino di Felicioli tra: talento, coincidenze e “nuovi inizi”
I grandi nomi in entrata nel Milan e gli esosi esborsi hanno messo in ombra alcune trattative in uscita. Una delle più particolari è quella che ha riguardato Gian Filippo Felicioli passato al Verona. Il talento marchigiano cresciuto nel Camerino Calcio è stato per assurdo, uno dei profili della rosa milanista più cercati in assoluto. Sì, un giovanissimo tra i più desiderati, nettamente più dei vari: De Sciglio, Bacca, Sosa e co. Dall’Atalanta al Benevento, dal Perugia all’Ascoli, il terzino è stato accostato e seguito da molti club di A e di B. L’ha spuntata il Verona, precisamente l’Hellas. Il ragazzo vista la premura palesata nei suoi confronti, non ha avuto dubbi, l’idea di condividere lo spogliatoio con: Pazzini, Cerci, Coppola, Romulo e gli altri (mercato permettendo), lo ha galvanizzato a dovere. Fiducia e stima nei suoi confronti, una tifoseria passionale, una realtà importane e la possibilità di giocarsi una maglia da terzino, Felicioli ha calcolato tutto: vantaggi e rischi del grande salto. A 19 anni, più dei soldi è valsa la voglia di tornare a misurarsi con i grandi e identificarsi in un ruolo che oramai ha fatto suo, senza correre il rischio di vivere una carriera da jolly: utile sempre e ovunque, padrone di una maglia mai.
LE MARCHE, LA SERIE A E IL NAPOLI NEL DESTINO Per gli amici è Gian Fi per altri Pippo, quasi “SuperPippo”, non per i trofei sollevati, ma per il talento e la modestia che lo hanno portato laddove tutti vorrebbero arrivare. La scorsa stagione ad Ascoli è stato protagonista, lui che ha vissuto la prima avventura da grande, tra l’indifferenza di chi non lo conosceva e il dramma del sisma. Due aspetti che lo hanno aiutato a crescere soprattutto a livello umano. Duri i primi mesi al Picchio, lui voluto fortemente da società e allenatore e spesso relegato in panchina, fino al grande giorno dell’esordio contro il Cittadella (ottobre 2016). Mai una polemica, anzi, Gian Filippo ci ha sempre scherzato su: «Pressioni e vicinanza dei tifosi? La tifoseria è super, ma non ho pressioni e non vengo fermato per strada, non giocando, non mi conosce nessuno». Alla fine della stagione saranno oltre 20 le presenze in maglia bianconera, condite da alcuni assist. Dunque, più forte della concorrenza, di qualche infortunio e del sisma: vissuto nella sua terra, distante da casa. I paesi a lui cari devastati dal terremoto (Camerino e San Severino Marche su tutti), Ascoli Piceno toccata da vicino, ma la maglia va onorata e rappresentata e Gian Fi, nonostante tutto lo ha fatto. Questo gli è valso l’attenzione di tanti club, molti dei quali pronti ad un importante investimento economico per il cartellino del giocatore di proprietà del Milan. Felicioli in prestito al Verona, l’atto finale. Il destino ha però voluto riservare una sorpresa a Gian Filippo. Nel maggio 2015 fu Filippo Inzaghi allenatore del Milan a concedergli il debutto in Serie A, lui che lo aveva allenato nella Primavera e che fino all’ultimo, anche quest’anno ha provato a portarlo a Venezia. Stadio San Paolo di Napoli, avversario proprio il Napoli: esce Bonaventura ed entra il baby Felicioli. Coronamento di un sogno? Certo. Lo stadio che fu di Maradona, come altare per il “battesimo” calcistico di un giovane talento, cosa volere di più? La risposta è semplice: aspettare due anni e ritrovarsi in Serie A. Felicioli e il suo Hellas Verona alla prima di campionato affronteranno il Napoli di Sarri. Una coincidenza? Forse, o più semplicemente un “nuovo inizio” concesso dal destino a Gian Fi. Lui che per eccesso di sfortuna si è trovato a saltare la parte finale della scorsa stagione, quella che ha visto l’Ascoli Picchio salvarsi con merito sul campo. In bocca al lupo Gian Fi, ci vediamo a San Siro, ci vediamo in Serie A.