Capitano e leader, Bonucci sa come si fa, ma non deve eccedere nel sovraddosaggio delle energie mentali
Mental coach e sedute di yoga, ciò può non bastare a sgombrare la mente, soprattutto quando ti chiami Leonardo Bonucci. L’approdo in rossonero dopo gli anni d’oro alla Juve è stato un momento importante, dapprima annebbiato dall’euforia e dal grande entusiasmo, ma che ora inizia a pesare. Archiviate le critiche e lo stupore, ora a farsi largo sono tutte le perplessità suscitate dalla stampa e la continua ricerca da parte di Bonucci di una definitiva consacrazione. L’addio alla Juve è stato visto come un azzardo, necessario, ma grosso, la fascia di capitano del Milan e l’elezione a leader del gruppo, non hanno alleggerito di certo la situazione. La maglia rossonera è storicamente una delle più importanti e pesanti al mondo, il nuovo corso, i tanti giocatori approdati in estate e le aspettative riposte dall’ambiente calcistico sul Milan, ora iniziano a farsi sentire.
AFFANNO DA LEADERSHIP Alcuni opinionisti in questi giorni hanno lanciato un monito: Bonucci starebbe accusando una crisi tecnica, sbagliato. Leo sta semplicemente pagando il peso mentale di una leadership esasperata, spesso ostentata. Il n.19 rossonero sa che ogni partita deve dimostrare molto più degli altri, perché il suo nome ha un peso specifico diverso rispetto a quello dei “nuovi”. Nelle sue parole, nei suoi gesti, si notano un carattere forte e una spiccata personalità, spesso forzati. Nella Juve c’erano Buffon, Barzagli e Chiellini a condividere con Bonucci il peso delle aspettative, al Milan la situazione è diversa. Il gruppo rossonero è giovane e formato da poco, non ci si può aspettare un’impronta tanto marcata come quella bianconera. Leo deve capire che ogni rimbrotto, esultanza e atteggiamento in campo, deve essere più naturale e meno enfatizzato, le energie mentali risparmiate sul “porsi” avanti alle telecamere, lo aiuteranno ad avere maggiore lucidità nei novanta minuti. Le sbavature più o meno marcate, non sono frutto della carenza tecnica del giocatore, ma solo di una testa che non sempre coadiuva a dovere le gambe. Ad aiutare il capitano del Milan dovranno essere anche allenatore e compagni, tutti chiamati a condividere responsabilità e le “imposizioni” date da una maglia simbolo di trionfi nel mondo.