Da New York a Milano, la decisione è stata presa, anzi non è mai cambiata da inizio giugno: tutto il Milan è con Stefano Pioli, a cominciare dalla proprietà americana guidata dal fondo RedBird. Gerry Cardinale in primis ha fiducia nell’operato dell’allenatore ed è soddisfatto dei progressi ottenuti dalla squadra nei primi due mesi della nuova stagione. Di esonero del tecnico non se n’è mai minimamente parlato.
“Per la Proprietà – spiega la Gazzetta dello Sport questa mattina in edicola – Pioli era e resta on fire, l’allenatore gentiluomo che sa valorizzare il capitale tecnico a disposizione e ottenere risultati”. In estate la Società ha voluto centralizzare il suo ruolo e renderlo ancora più partecipe delle scelte indirizzate al presente quanto al futuro: dal mercato al campo, Pioli si è trasformato in manager e ha lavorato in perfetta sintonia con la nuova dirigenza, l’ad Giorgio Furlani, il capo dell’area scouting Geoffrey Moncada e il ds Antonio D’Ottavio. Come possono un paio di scivoloni tra campionato e Champions League cancellare quanto di eccellente costruito e raccolto fino a questo momento? “Con una rosa così profondamente rinnovata – scrive la rosea – un periodo di rodaggio era uno scenario da mettere in conto e invece il Milan è partito subito forte. Ha sbandato nel derby, vero, ma si è rimesso a correre arrampicandosi fino al primo posto in solitaria, poi perso dopo il ko con la Juve: Pioli insomma ha guadagnato tempo sulle previsioni iniziali, le frenate nei big match – Juve appunto, ma anche Psg e il pari di Napoli – non impediscono al Milan di guardare al resto della stagione con la stessa fiducia di agosto”.
C’è unione ai piani alti di Casa Milan e c’è unione nello spogliatoio di Milanello. Le incomprensioni della settimana figlie dell’amarezza per non essere riusciti a produrre in punti il bel gioco proposto (in parte) contro Juve, Paris Saint-Germain e Napoli sono del tutto superate. Il tecnico domenica notte al rientro in volo verso Milano ha spiegato i motivi della sostituzione a Leao e ha parlato a tu per tu anche con Giroud. “La gestione del gruppo, per l’allenatore rossonero, non è mai stata un problema e non lo è nemmeno adesso – scrive la Gazzetta dello Sport -. Una cosa però è sicura: Pioli, nei due post partita del Parco dei Principi e del Maradona non è stato l’unico a non aver gradito. Per quanto istintive, certe esternazioni non sono piaciute nemmeno alla società, e la squadra ha ricevuto il messaggio”. È fondamentale mantenere i nervi saldi e rimanere compatti se si vuole decollare verso quote più alte. È lì che il Milan vuole arrivare, a lottare con le squadre più forti provando perché no a superare anche i propri limiti. Questa è e deve rimanere la parola d’ordine prioritaria, “compattezza”: una grande squadra è tale quando sa fare gruppo soprattutto durante le più forti (e inevitabili) turbolenze.