E’ un Filippo Inzaghi a tutto tondo quello che si è raccontato ai taccuini del Corriere della Sera. Nell’intervista, SuperPippo ha ripercorso tutta la sua carriera calcistica, con dovizia di particolari soprattutto per il suo passaggio dalla Juventus al Milan. Trasferimento che, come da lui raccontato, gli costò 5 miliardi di lire: «Galliani mi corteggiò tantissimo quando ero a Torino. E’ una persona speciale, sa essere intelligente e lungimirante. Mi telefonò: “Pippo, ballano cinque miliardi di lire e non riusciamo a trovare una soluzione”. D’istinto, risposi: “Non si preoccupi, ce li metto io”. Avrei firmato un contratto di cinque anni e rinunciato a un miliardo di stipendio per ciascuna stagione. Nessun rimpianto».
Galliani strappò alla Juventus Inzaghi, facendolo diventare, una volta giunto in rossonero, “SuperPippo”, l’uomo delle serate di Champions. Un rapporto bellissimo quello con “Il Condor”. Ma anche, ovviamente, con Silvio Berlusconi e Carlo Ancelotti: «Berlusconi mi aveva persino predetto la doppietta prima della finale contro il Liverpool. Mi manca molto. Ma di quel Milan mi mancano tante persone. Carlo Ancelotti, per dire. È un uomo intelligente, umano, presente. Una volta per il mio compleanno, che cade il 9 agosto, lasciò libera tutta la squadra per farci festeggiare. Compivo trent’anni: nessuno ci pensa mai, ma la tensione per un calciatore aumenta con l’età».
E a proposito di età. Nella lunga intervista al Corriere della Sera, Inzaghi è anche tornato sul suo, soffertissimo, ritiro: «Ricordo benissimo i miei ultimi quattro minuti in campo. Era il 13 maggio 2012, ore 16.45. In verità, per me quelli dovevano essere gli ultimi minuti con il Milan, poi si sono trasformati nei definitivi ultimi. La cosa buffa è che pensavo al ritiro da tempo, come ogni uomo coscienzioso: farò altro, ho vinto tanto, mi dicevo. La verità amara è che la tristezza non la puoi controllare e così, dopo, sono stato malissimo. Per fortuna che c’era la mia famiglia: mamma, papà, il Mone (il fratello Simone)».