Ante Rebic arriva al Milan nell’estate 2019 dall’ Eintracht Francoforte come vice Leao o, all’occorrenza, come prima o seconda punta da affiancare a Zlatan Ibrahimovic. Il croato nei primi sei mesi rossoneri è però praticamente un fantasma e, tra infortuni e continue esclusioni dalla formazione titolare, mette insieme un minutaggio piuttosto modesto. Anche quando però gli vengono concessi più dei venti minuti finali del match Rebic sembra svagato ed inconcludente; sicuramente molto lontano dalle aspettative di inizio stagione. Tutto ciò dura fino al 19 Gennaio, giorno di Milan-Udinese in programma a San Siro per la 20esima giornata del campionato di Serie A.
Per chi non si ricordasse, ed è bene in ogni caso premetterlo, sarà una partita pazza. Al minuto sei infatti un lancio in profondità, complice una inefficace uscita fuori area di Donnarumma, spalanca la porta vuota al terzino bianconero Stryger Larsen che non sbaglia. Udinese in vantaggio con un Milan a tentare di creare qualcosa di veramente pericoloso per tutto quel che resta del primo tempo senza particolare incisività. Ad inizio ripresa ecco che scende in campo Ante Rebic al posto di Bonaventura e tre minuti dopo è proprio il croato su bell’assist di Conti a sbloccarsi in rossonero per il momentaneo 1-1.
Il Milan ora produce il massimo sforzo e al minuto 71 arriva uno splendido sinistro al volo di Theo Hernandez dai venti metri che si insacca alla sinistra del portiere friulano. 2-1 ma chiaramente non è finita qui perchè Ibra fallisce l’opportunità di chiudere il match mentre Kevin Lasagna sembra condannare al pari il Milan a cinque minuti dalla fine con una splendida torsione di testa che trafigge Donnarumma sul secondo palo. Ma è chiaramente la giornata di Ante Rebic che al minuto 93 risale nuovamente in cattedra; una combinazione in velocità con Ibrahimovic e un rimpallo favorevole permettono al croato di controllare appena dentro all’area per poi trovare di sinistro ad incrociare la traiettoria vincente che da al Milan i tre punti e ad Ante la possibilità di conquistarsi per la prima volta i riflettori di San Siro come il vero uomo della provvidenza.