Era arrivato in sordina, Stefano Pioli. O meglio, il suo arrivo aveva fatto scalpore per quei tanti hashtag sui social tutt’altro che benevoli nei suoi confronti. Ma a Mister Pioli di questo è sempre importato poco, ha preferito tenere un basso profilo e lavorare duro, ordinato, andando dritto per la propria strada.
Certo, se si va a vedere la carriera del tecnico parmigiano verrebbe da chiedersi: perché si è capito solo ora che Stefano Pioli è un bravo allenatore? “Non ha vinto nulla”, è la risposta di tante teste di calcio. Bene, allora fateci voi i nomi di chi, tra i tanti allenatori, ha vinto qualcosa con le squadre allenate da Pioli. C’è il caso Lazio, che con Simone Inzaghi è il club che ha ottenuto più successi nelle ultime stagioni (dopo la Juve, ovviamente), ma Pioli con i biancocelesti è arrivato terzo…il miglior risultato dell’era Lotito, dalla stagione 2000/2001; Pioli e la sua Lazio hanno disputato anche una finale di Coppa Italia. A Firenze Pioli non ha esordito in Europa, ma entrare nel cuore di un’intera città vale molto di più di un semplice piazzamento oltreconfine. E poi all’inter è stato esonerato, ma con quella squadra forse fece anche fin troppo.
Al suo arrivo a Milanello poche promesse, a differenza dei suoi predecessori, “solo” tre tappe da raggiungere: idee, intensità e perseveranza. Poche promesse, tanti fatti. È difficile trovare nel calcio di oggi un professionista che abbia un innato senso della misura e dell’equilibrio. Una parabola, quella dell’uomo tranquillo che ha sempre creduto nel suo lavoro più di altri colleghi (anche di Ralf Rangnick e, ammettiamolo, di noi tifosi), iniziata il 20 ottobre 1965: anno segnato dall’addio di un’altra eccellenza dell’intelligenza umana come Winston Churchill, anno dell’Inter pigliatutto, anno della Beatlemania che ha infiammato l’Europa. Con lui, a Milano, invece, è scoppiata la Piolimania.
Una mania cominciata meno di un anno fa, quando dal post lockdown il Mister con la valigia in mano ha collezionato 13 risultati utili consecutivi. Così la valigia è stata rimessa nell’armadio e il contratto (suo e di Ibra) rinnovato, per buona pace di Rangnick e della sua corte tedesca. Il Milan, clinicamente morto dopo Bergamo e otto anni senza Champions, è tornato in vita. È tornato a correre, a giocare bene e a vincere. Con Pioli. I tifosi sono tornati a sognare grazie a quel “Normal One” che in una recente intervista ha detto di tifare Parma… Ma noi, caro Mister, il tuo «sono cresciuto col coro: con Beccalossi e Pasinato vinceremo il campionato» non ce lo siamo dimenticati. Che poi, in fondo, il bello è proprio essere primi con un allenatore interista. Quindi non si preoccupi Mister, si è fatto perdonare abbondantemente.