Dal nord Europa a Israele, passando per un possibile remake storico a Belgrado…ecco tutte le possibili avversarie del Milan capolista.
Young Boys
Quando nella fine dell’ottocento l’economia svizzera era fortemente legata a quella inglese (la Gran Bretagna costituiva il secondo mercato più importante per le esportazioni svizzere), un gruppo di giovani inglesi contagiorono la popolazione elvetica anche col football. Gli svizzeri si avvicinarono al mondo del calcio e nacquero i primi club professionistici. Uno dei più importanti è stato messo alla luce nella capitale di Berna, dove un gruppo di giovani studenti entrarono in contatto con amici inglesi appassionati di questo sport e decisero di fondare un club. Da una parte 4 neo-maggiorenni dall’altra degli inglesi, per il nome del club ne esce un mix tra le due parti: Berner Sport Young Boys. Da allora il club ha vinto 14 campionati e giocato una semifinale di Coppa dei Campioni persa con lo Stade de Reims nel ’59. Sono reduci dalla vittoria della Super League Svizzera e al momento sono primi in campionato a +5, esattamente come il Milan. L’allenatore, Gerardo Seoane, è fresco di rinnovo del contratto fino al 2023. Allena il club dal 2018, ha condotto i gialloneri alla prima storica qualificazione in Champions League, battendo all’ultima partita una certa Juventus di Cristiano Ronaldo per 2-1. Il tecnico svizzero ha portato i risultati migliori degli ultimi anni al club del Ticino. Quest’estate hanno fallito la qualificazione ai gironi di Champions venendo eliminati Dal Midtjylland ai preliminari, il modulo tipo è un 4-4-2. I giocatori da tenere sotto osservazione sono principalmente 4: Jean-Pierre Nsame, 9 gol in 16 partite tra campionato e coppa e uomo decisivo in Europa, camerunese dotato di una struttura fisica importante, bravo in accelerazione e nel gioco aereo. A 27 anni probabilmente è il top player della squadra. Attenzione anche al suo compagno di reparto e connazionale Nicolas Ngamaleu, di un anno più giovane e con le stesse caratteristiche di Nsame. Poi c’è Christian Fassnacht, anche lui ha 27 anni, nazionalità svizzera, può giocare in entrambe le fasce del centrocampo a 4, ambidestro duttile e semplice: punta, arriva sul fondo e crossa…ovviamente non lo fa con regolarità, bravo nell’inserimento senza palla. Infine occhi puntati su Gianluca Gaudino, scuola Bayern Monaco e con esperienze anche in Italia al Chievo. Il centrocampista tedesco classe ’96 ha deciso l’ultima partita per i Boys contro il Cluj, siglando il 2-1. I rumeni in Svizzera vincevano 1-0 a 5 minuti dalla fine per poi essere ribaltati. Espulsioni ed episodi rocamboleschi hanno sancito il turno di quella che, probabilmente e sempre sulla carta (dove le partite non si vincono mai), è la seconda squadra più abbordabile per ogni club di prima fascia.
Livello di pericolosità: basso.
Molde
Tra i fiordi norvegesi di Jens Petter Hauge si trova una città e un club che ha scritto la storia della Scandinavia. Perché Molde è molto più a sud rispetto a Bodø e la città natale di Håuge, però le temperature non sono di certo più clementi e, appunto sui libri di storia sportiva e non, ha inciso molto di più. Nel 1940, in piena guerra mondiale, i bombardamenti dell’aviazione nazista costrinsero il Re Norvegese a fuggire a Molde, trasformandola nella nuova capitale, seppur per breve tempo. Il club calcistico vanta 4 campionati. È vero, sono finiti gli anni di Øle Gunnar Solskjear che da giocatore inizia la carriera lì e che da allenatore porta il Molde ad un passo dal passaggio del turno ai sedicesimi di Europa League contro il Siviglia nel 2016 (verrà eliminato per il ritorno in Spagna), così come sono finiti quelli di Håland in questa città (da vedere e rivedere su YouTube il video del modo in cui il club l’ha trattato e cresciuto, mentalmente e fisicamente). Ora il Molde nel campionato norvegese è matematicamente secondo alle spalle proprio del Bodø, mentre in Europa è arrivato alle spalle dello schiacciassasi (ma solo in Europa League) Arsenal. L’allenatore del club norvegese è Erling Moe, amante del calcio corale ed organizzato. Moe è nato e cresciuto a molde, nel 2007 e’ entrato nello staff tecnico di Solskjaer. È diventato primo allenatore nel 2015, per poi essere esonerato e sostituito dall’attuale tecnico dello united. È tornato nel Dicembre 2016, e non ha più lasciato la panchina fino ad oggi. Sempre coerente col suo 4-2-3-1. In Magnus Wolf Eikrem e Leke James, Molde ha due dei migliori giocatori del campionato. Il primo è un centrocampista d’inserimento di trent’anni che ha anche avuto la fortuna di giocare oltreoceano, nel Seattle Sounders, autore di ben 4 gol nei gironi e fascia da capitano al braccio. James è un classe ’92 nigeriano, fa l’attaccante (punta o ala), è rapido e fisico, ha segnato 12 gol in 19 partite di campionato. Giocare in Norvegia non sarà facile, ma, in caso di trovarsi difronte al Molde, passare il turno è obbligatorio.
Livello difficoltà: basso.
Wolfsberger
Ha sempre giocato nelle serie inferiori austriache fino al 2007,anno della svolta.
il club si fonde con il Sankt Andrä,squadra del vicino paese, cambiando nome in Wac Sportclub Andra. Con la cooperazione dei settori agonistici delle due realtà calcistiche la squadra tornò competitiva, fino a celebrare il ritorno nella seconda serie del calcio austriaco, dopo quasi venti anni d’assenza, nel giugno 2010. Nel 2012 arriva la prima storica promozione nella massima serie austriaca. In previsione del primo campionato di Serie A, fu sciolto il rapporto con il St. Andrä, e la squadra ritornò a chiamarsi Wolfsberger. Da lì inizia la scalata nel grande calcio, due stagioni fa sono arrivati terzi e, per la prima volta nella loro storia, sono riusciti ad entrare ai gironi di Europa League (stesso girone della Roma). Proprio in Europa l’anno scorso sono andati a vincere in casa del Borussia M’gladbachdt…per 0-4. Gioca le sue partite casalinghe alla Lavantall-Arena, uno stadio ristrutturato nel 2012 e all’avanguardia. Unico problema è che non rispetta gli standard imposti dalla Uefa, motivo per cui il club aveva chiesto di giocare nel vicino Wörthersee-Stadion l’impianto dell’ Austria Klagenfurt. Peccato che il club di casa abbia aderito alla campagna ‘For Forest’ e, per contrastare il degrado ambientale, abbia piantato duecento alberi (alti fino a 14 metri) lungo il terreno di gioco. Iniziativa lodevole, ma la Uefa decreta il campo impraticabile. Il Wolfsberger, allora, trasloca a ottanta chilometri, nella Upc Arena dello Sturm Graz. Hanno una filosofia incentrata sui giovani, l’età media della squadra è di 22 anni e l’allenatore è un classe 79, si chiama Ferdinand Feldhofer ed è chiamato a replicare le imprese di Gerhard Struber che ha lasciato il club nel novembre dello scorso anno per allenare in Inghilterra. Giocano con un 4-3-1-2 improntato all’attacco, occhio soprattutto a Dejan Joveljić attaccante serbo in prestito dall’Eintracht Francoforte. Hanno sempre messo alle corde le squadre che hanno affrontato in Europa, e non sono alla seconda partecipazione consecutiva per caso. La difficoltà è relativamente bassa, ma il Wolfsberger non è una squadra materasso.
Livello difficoltà: basso.
Stella Rossa
Sarebbe un remake storico, perché chi non conosce la “nebbia di Belgrado” deve ripassare la storia dei nostri colori. Il Crvna Zvedva non è più la squadra degli anni 80, quella che rappresentava la voglia di resilienza della Jugoslavia…uno spogliatoio di fenomeni ma che già cominciava a manifestare differenze etniche e culturali che ben presto sarebbero finite in guerra e sangue. Oggi il club è campione di Serbia in carica ma fa ancora tanta fatica ad imporsi come outsider all’estero. Spicca l’italiano Diego Falcinelli, l’ex Atalanta Boakye, il centrocampista Gavrić e l’autore qualche anno fa di una fantastica doppietta ai futuri campioni d’europa del Liverpool: Milan Pavkov. Due motivi per temere la Stella: 1) L’allenatore si chiama Dejan Stankovic; 2) Si gioca al Marakaná di Belgrado, e non farsi tremare le gambe lì è quasi impossibile.
Livello difficoltà: medio-basso.
Granada
Da quando sono tornati in Liga stanno stupendo tutti. Nessuno nel 2018 avrebbe detto che in due anni avrebbero calcato i campi europei. O meglio, se qualcuno lo avesse fatto, lo avrebbero reputato pazzo. Non c’è da stupirsi in fondo. Il Granada nella stagione 2018/19 milita ne La Liga 2, la serie B spagnola, e viene da un’annata piuttosto deludente. Passa qualche mese e i biancorossi si aggrappano alle prime posizioni senza lasciarle più. Arriva la promozione nella massima serie e la stagione seguente i rojiblancos stupiscono tutti chiudendo al settimo posto e centrando una storica qualificazione ai preliminari di Europa League, Senza troppe difficoltà superano anche le qualificazioni, battendo per 3 a 1 gli svedesi del Malmoe accedendo ai gironi. Tra i rocciosi Monti Betici è cresciuto un Granada di carattere. Del resto, basta notare l’esultanza della panchina biancorossa ad ogni goal per vedere quanto sia coeso il gruppo. Una compagine ostica da affrontare che fa di una discreta compattezza difensiva la sua forza. La scorsa stagione hanno raggiunto quota 12 clean sheet in campionato e quest’anno il pacchetto arretrato continua a mostrare solidità. Se in fase di non possesso si racchiudono a strenua protezione della porta, quando recuperano palla si affidano a fulminanti verticalizzazioni e ripartenze fulminee. La nuova proprietà cinese dell’ex presidente del Parma Jiang Lizhang ha sostiuto il presidente Pozzo (Udinese) cambiando completamente filosofia. I giovani sono tanti, così come i profili d’esperienza (Roberto Soldado ne è un’esempio). Messi insieme dall’ allenatore Diego Martinez appena quarantenne ma già maestro delle promozioni e grande cultore del bel calcio alla spagnola. Da bambino sognava di giocare per il Celta, ma a 21 anni si rese conto che non sarebbe mai diventato un calciatore di alto livello e decise di concentrarsi già a quell’età sulla sua formazione da allenatore. Un giro lunghissimo su e giù per la Spagna, da Nord a Sud, tra promozioni e belle realtà. Fu preso da Monchi per fare da vice a Emery, poi diventò l’allenatore della squadra B che arrivò fino alla promozione in Segunda. Tutto prima di salire su panchine prestigiose da valorizzare. Ora, col suo Granada, è uno degli allenatori più seguiti di Spagna. Attenzione anche alla qualità dell’ex Udinese Pablo Machis.
Livello difficoltà: medio.
Real Sociedad
L’altra spagnola è sicuramente quella da evitare a tutti i costi. Primi in Liga e da non ritenersi più una sorpresa, tanta freschezza e qualità. La maggior parte dei giocatori sono di origine basca, quello più pericoloso è l’esterno sinistro 2001 Barrenetxea. A centrocampo Miguel Merino è ormai il perno del centrocampo e titolare fisso anche in nazionale, Zubeldia sta scalando le gerarchie del calcio spagnolo. La punta Isak ha ampi margini di miglioramento ma il futuro della Svezia potrebbe passare dai suoi piedi. Il difensore centrale Robin Le Normand fu scartato dal Brest e senza squadra ebbe la fortuna di essere visionato da uno scout basco, la Sociedad ci crede e lo porta in Liga, ora è un buonissimo centrale. Ha spaventato Gattuso e sta stravolgendo le gerarchie del campionato spagnolo, pescare la Real Sociedad ai sedicesimi di Europa League è sinonimo di “sfiga”.
Livello difficoltà: alto.
Krasnodar
Il portiere è probabilmente il talento più emergente di questa squadra, e se si va a vedere la sua prestazione contro il Chelsea si capisce tutto sul Krasnodar. Un club nuovo che ormai da qualche anno è stabilmente in Europa, ma per crescere di qualità bisogna lavorare ancora tanto. La cosa migliore del club è sicuramente lo stadio, per il resto è già un’impresa essere arrivati terzi al girone di Champions. Attenzione anche a Suleymanov, Ala destra brevilinea e tecnica, Suleymanov è diventato uno dei giovani più interessanti del calcio russo. Ha iniziato ad acquisire fama nel 2018, quando è stato il re degli assist di Youth League e poco dopo il Krasnodar ricevette un’offerta da 6 milioni di euro da parte dell’Udinese, ma la rispedì incredibilmente indietro. Se il suo nome vi pare abbia tratti arabeggianti, è perché Suleymanov proviene da una zona della Russia meridionale nota col nome di Daghestan (“paese delle montagne”, in un miscuglio di turco e persiano), islamizzata secoli fa dai mongoli e poi controllata dagli ottomani. Il suo nome è lungo, ma è meglio pronunciarlo per intero, così da non confonderlo con un suo connazionale, Magomed Suleimanov, un terrorista islamico ucciso nel 2015 dalle forze speciali russe. È diventato subito l’uomo dei record del calcio russo, il più giovane esordiente con la maglia del Krasnodar, più giovane russo a segnare un gol nelle coppe europee. Per lui subito hanno iniziato a sprecarsi i complimenti, e la stampa ha immeditamente deciso di accostarlo a quello che è probabilmente il miglior calciatore russo dell’epoca post-sovietica, l’ex Arsenl Arshavin. I tiri dalla distanza sono diventati presto il suo marchio di fabbrica, se mai un ragazzo che farà 21 anni a metà dicembre possa dire di averne. Per capirci, basta guardare il missile terrificante con cui per poco non ribaltava l’ottavo di finale di Europa League contro il Valencia nel marzo 2019, facendo esplodere il commentatore della tv russa nell’urlo “Il messia del Krasnodar!” con ovvio riferimento a Lionel Messi. Sopperire al freddo Russo non è semplice, ma questo Krasnodar non deve impensierirci.
Livello difficoltà: medio-basso.
Maccabi Tel-Aviv
Ci sono pochi talenti ma sulle spalle c’è il peso di un’intera nazione che vuole tornare a gioire visto le recenti novità socio-politiche. Non siamo qui per dire chi è più forte e chi è più debole, ma prendere il Maccabi sarebbe sicuramente il massimo della fortuna.
Livello difficoltà: basso.
Salisburgo
L’allenatore Marco Rose, Håland, Mané, Keita, Firmino, sono sono alcuni elementi che costituiscono la miniera di talenti detenuta dal RB Salisburgo. Ora stiamo parlando di una solida realtà, non competitiva come i cugini del Lipsia ma quasi. Sicuramente una delle più pericolose da affrontare. Fresco di primo posto appena conquistato a +2 dal Lask. Dal cambio di proprietà, avvenuto nel 2006, soltanto in tre occasioni non ha vinto la Bundesliga austriaca. E anche a livello continentale il Salisburgo è riuscito a ritagliarsi un posto al sole: semifinalista di Europa League due stagioni fa. L’allenatore è statunitense, si chiama Jesse Marsch ed è passato dalle file del N. York Red Bull fino al Salisburgo. Salutato il 4-3-1-2 di Rose, la squadra austriaca ha virato al 4-4-2 di Marsch, un modulo più lineare e che punta molto sugli esterni. Lo statunitense si è reso protagonista di una sfuriata clamorosa nello spogliatoio del club l’anno scorso, il video lo si trova facilmente. La stella è Dominim Szoboszlai che non ha bisogno di presentazioni, ma non c’è solo lui. C’è Patson Daka: Attaccante zambiano tuttofare è stato tra i protagonisti del Red Bull Salisburgo campione in Youth League nel 2017 e da allora si è sempre più inserito nella prima squadra biancorossa. Marco Rose però non riusciva ancora a vederlo nelle precedenti due stagioni come un titolare, ma con Marsch la storia è cambiata e ora Daka sta facendo grandissime cose. Occhio a Camara,Berisha e Koyta.
Livello difficoltà: alto.
Dinamo Kiev
Fondato alla fine degli anni 20 dal governo sovietico allo scopo di istituire anche in Ucraina, sulle orme di Russia e Georgia dove, per esempio, esistevano già rispettivamente la Dinamo Tbilisi e la Dinamo Mosca squadre dei reparti di Polizia, cui il termine Dinamo faceva riferimento. I giocatori, dunque, non erano professionisti, ma dipendenti del governo. Nella sua storia ha attraversato molti momenti storici importanti, le storie si intersecano soprattutto grazie a Andry Shevchenko. Retrocessi dal girone di Champions dove era presente anche la Juventus, si apprestano a giocare l’Europa League con buone chances di diventare rivelazione della coppa, soprattutto grazie ai suoi giovani. L’allenatore è Mircea Lucescu, in Ucraina il rumeno è diventato responsabile involontario di una “guerra civile” tra i tifosi della Dinamo e quelli dello Shaktar. Il motivo è che Lucescu ha allenato una vita sulla panchina del club di Donets’k per poi passare ai rivali della Dinamo. Shaparenko è un giovane centrocampista con un’enorme qualità e pronto a fare il grande salto, Supriaha si sta un po’ perdendo per strada ma resta quel grande talento che il Bologna ha cercato per 2 mesi (è una punta classe 2000). Il talento più splendente secondo me è Mykolenko, difensore duttile che può giocare sia centrale di sinistra che terzino sinistro, abile in entrambe le fasi. In campionato sono primi a +4 proprio dallo Shaktar.
Livello difficoltà: medio.
Olimpiakos
Rievoca brutti ricordi l’Olympiakos, rievoca gran bei ricordi Atene. La prima perché l’ultima partecipazione in Europa si concluse con una clamorosa uscita ai gironi proprio contro i greci per 3-1 al Pireo. La seconda perché lì abbiamo vinto 2 Champions. La squadra ha come stellina Camera, centrocampista fisico d’origine ghanese, molto simile a Kessie. Giocare in trasferta lì in Grecia è davvero complicato per l’ambiente infuocato, però l’Olympiakos non ci può più impensierire come all’epoca.
Livello difficoltà: medio-basso.
Slavia Praga
Fondata nel 1892 nel quartiere di Vinohrady, la squadra nasce come tentativo di alcuni studenti di acquistare libertà in risposta alla dominazione asburgica. La formazione biancorossa è la seconda squadra per titoli nazionali vinti. L’anno scorso hanno messo alle corde il girone dei cugini nerazzurri in Champions e quest’anno hanno disputato una buona Europa League. Alla guida della formazione di Praga ci sarà Jindrich Triyposvsky, che da 4 anni siede sulla panchina bianco rossa. Il tecnico utilizza un’organizzato 4-2-3-1. Difensivo e di copertura, ma abile anche nelle ripartenze.
Livello difficoltà: medio-basso.
Braga
A livello giovanile stanno passando agli onori della cronaca per la loro Academy, recentemente hanno lanciato Trincão a Barcellona e tenete sotto osservazione Vitor Oliveira della squadra B. La squadra non è da sottovalutare, Horta, Paulinho e Galeño potrebbero impensierire la difesa rossonera. Sono attualmente al quinto posto a meno 5 dalla capolista Sporting Lisbona.
Livello difficoltà: medio.
Benfica
Dopo la Sociedad sono la squadra più temibile, il mercato e i soldi spesi hanno dimostrato la voglia del club di tornare alla ribalta in Europa. La squadra è un mix tra portoghesi esperti, Pizzi ne è il simbolo, e giovani. Ad esempio quest’estate Rui Costa (dirigente del club) ha sborsato circa 25 milioni per un classe 99 della serie B spagnola: Darwin Nuñez. L’attaccante uruguayano sta dimostrando tutto il suo valore ed è già paragonato al connazionale Cavani. L’allenatore è Jorge Jesus, tornato a casa dopo la Libertadores e i successi col Flamengo. A Lisbona si sogna in grande, spezzare la maledizione di Béla Guttmann ora è possibile.
Livello difficoltà: alto.