Senza peli sulla lingua, come sempre. Christian “Bobo” Vieri si è raccontato sulle frequenze di Radio Serie A, ripercorrendo i tratti salienti della sua carriera. Inevitabile soffermarsi sul passaggio, molto discusso, dall’Inter al Milan nell’ormai lontano 2005. Un cambio di casacca vissuto senza rimpianti dall’ex attaccante, almeno a giudicare dalle sue parole: «Ero libero perché avevo rescisso. Volevo tornare all’Atletico Madrid, ma non avevano bisogno di attaccanti. Ero sul mercato, Galliani mi ha chiamato e sono andato. Era la rivale, sapevo che avrebbe dato fastidio, ma a quel punto sono andato là perché volevo rimanere in una grande squadra».
Nessun rimpianto dunque, anche se l’esperienza in rossonero non fu tutta rose e fiori…anzi. «Ho giocato poco, non riuscivo a far gol. Non giocavo spesso, ma sono stato benissimo. Sei mesi sono passati velocissimi, il titolare era Inzaghi ma c’era il mondiale e io volevo giocare. Quindi sono andato a Monaco, che è stata una bella parentesi. Giocavo e stavo bene, poi mi sono fatto male al ginocchio e non sono riuscito ad andare al mondiale».
Dopo la chiusura della sua grande carriera, Vieri non ha intrapreso la strada del dirigente o dell’allenatore, limitandosi a commentare il calcio tra video social e pronostici sul campionato. Ma durante l’intervista è tornato sui suoi anni da calciatore. E tra i vari aneddoti sulle sue squadre, dalla Lazio all’Atletico Madrid passando per la Juventus ed il Torino, l’ex centravanti è tornato a parlare di un altro argomento per lui molto controverso: i pedinamenti subiti mentre giocava nell’Inter di Moratti:
«Il pedinamento? Uno si arrabbia lì per lì, ma è stato il mio presidente per sei anni e mi ha voluto bene. Mi sono arrabbiato, più che altro c’era delusione. Però quella è stata una cosa extra, non la conto. Nei sei anni insieme non posso dire niente».