Fassone non chiama Raiola e Raiola non chiama Fassone. In tutto questo Mirabelli rimane defilato, lontano dalle frequenze dell’agente di Gigio Donnarumma. Non si parlano, però uno spiraglio c’è, le parti potrebbero tornare vicine. Intanto Donnarumma, incassata la contestazione di Cracovia con i finti dollari gettati sul campo dai tifosi, cerca serenità: alle porte c’è un Europeo Under 21 da giocare bene. E magari vincere. Gigio non parla, lo fa il fratello a mezzo social. Quattro giorni fa: “Mi rivolgo a tutte le persone che non stanno facendo altro che insultare gigio e tutta la nostra famiglia. Gigio sin da piccolo è tifoso del Milan. Per lui giocare con la maglia del Milan è un sogno. Ha sempre onorato e dato l’anima per questi colori”.
Se il Milan chiama, Raiola risponde. Se Donnarumma ci ripensa, il Milan è pronto a riaccoglierlo a braccia aperto. Come un figliol prodigo dei tempi moderni. Il silenzio dell’entourage – esclusa l’esternazione online del fratello – rientra nel legittimo “momento di ragionare”. Tutto può ancora succedere, anche se la pista più probabile rimane quella dell’addio immediato da Milanello. Potrebbe succedere anche che Gigio cambi procura e saluti Raiola. Ieri è nato un hashtag, #MollaloGigio. Parte dei tifosi è pronto a perdonarlo. Intanto la Curva Sud non va per il sottile e tuona a mezzo stampa: “La realtà calcistica attuale è sempre più lontana dalla passione popolare e sempre più vicina a personaggi stile Raiola. Figure capaci di condizionare intere carriere e storie dei club più importanti senza scrupoli ma con un unico obiettivo: il proprio interesse. Ringraziamo chi sta lavorando per il bene del Milan ed ha fatto tornare gente con valori rossoneri in società, gente che la maglia l’ha baciata amandola davvero, e che ha ricevuto l’affetto, meritandoselo”.