Higuain si presenta come il più spietato dei killer, una galassia opposta a quella di Kalinic, delusione ai massimi livelli
Il Milan ha finalmente un centravanti degno di tale nomea e di quel numero – il 9 – che storicamente significa gol, sempre e comunque. Cutrone è un discorso a parte, perché se l’altro giocatore si chiama Gonzalo Higuain, merita la scena tutta e solo per se. Contro il Real Madrid, l’argentino ha giocato come da anni i tifosi rossoneri non vedevano fare. Preciso e geniale in alcune sponde mirate a smarcare il compagno e metterlo in condizione di calciare a porta, letale palla al piede e non solo dentro l’area avversaria. Non poteva esserci esordio migliore per l’attaccante ex-Juve. Il risultato non macchia quanto fatto dal giocatore in campo. Una delizia vederlo muoversi con tanta convinzione nei propri mezzi, ancor più, ammirarlo stilisticamente perfetto, mentre si preparava al tiro che ha portato il Milan al momentaneo pareggio. Higuain ha dato subito saggio di quelle che sono le sue qualità e a Madrid, dove non lo hanno mai dimenticato, gli hanno tributato un lungo e fragoroso applauso.
CAMBIO DI MENTALITA’ Con Higuain il Milan non cambia solo tipo di giocatore in avanti, bensì, livello psico-qualitativo. Kalinic e Silva non reggono il confrono con l’argentino, la rete realizzata contro il Real è la più classica delle prove. Palla al piede, tocco per aggiustarla, mira e palla a giro all’angolo basso alla sinistra di Navas. Un gol di pregevolissima fattura che racchiude in toto l’essere Higuain. Un mix di precisione, tecnica e personalità, quella mancata per l’intero arco della stagione agli ormai ex Silva e Kalinic. Il portoghese è stato un oggetto misterioso, il croato invece un’autentica “bufala” di mercato, la più cocente delle delusioni. I numeri lo inchiodano alle proprie responsabilità, del vecchio reparto avanzato rossonero è quello che nella scorsa stagione ha fatto assolutamente meno e peggio. Acqua passata. Gattuso ieri sera ha promosso il lavoro fatto dai suoi ragazzi sul campo e dai suoi dirigenti sul mercato, ma qualcosa manca ancora al Milan per poter essere definito realmente forte. A centrocampo, ma forse anche in avanti, il Diavolo chiede un ultimo sforzo per tornare a far paura.