I tifosi del Milan ricordano con affetto il loro ex-beniamino, strano vederlo a San Siro con un’altra maglia. Boateng, milanista e amico, prima che avversario
Al Milan ha trascorso parte dei suoi anni migliori e ha lasciato il cuore, tanto a San Siro, quanto in città – per via della famiglia -. Non poteva esserci altra meta nel presente del “Boa”, se non l’Italia. L’eclettico centrocampista ghanese si è ufficialmente accasato al Sassuolo, ma non ha dimenticato la sua tappa italiana più importante, la prima. Un tatuaggio sul braccio ricorda il 18esimo scudetto vinto dal Milan con lui assoluto protagonista, una sorpresa quasi per tutti. Approdò in rossonero in uno dei tanti “favori” scambiati tra Adriano Galliani ed Enrico Preziosi, ma fu poco l’entusiasmo generale. Da “scarto” del Genoa a idolo, il passo è stato grande, ma rapido. Determinazione, anarchia, grinta, attaccamento alla maglia e qualche colpo spettacolare, Boateng fece innamorare così i tifosi milanisti. Lo stesso sentimento ricambiato e ribadito dal giocatore, al momento della presentazione con il Sassuolo.
GOOD LUCK PRINCE «Il Milan è rimasto nel mio cuore, segnargli farebbe male, ma ora sono al Sassuolo e devo pensare a questo». Il messaggio di Boateng al suo ex club non è minaccioso, ma pregno di sentimento e lucidità. Il “Boa” non è mai stato un tipo banale, ne in campo, ne nella quotidianità, non poteva scadere nel giorno della sua presentazione. Con il Milan nel cuore, ma la testa ai neroverdi, Prince è pronto a raccogliere l’ennesima sfida e magari zittire gli scettici. I tifosi del Milan ricordano con affetto il loro ex-beniamino, sarà sicuramente strano vederlo a San Siro con un’altra maglia, oltretutto poco “simpatica” come quella degli emiliani. Il Sassuolo è un avversario sempre ostico per il Diavolo, oggi forse di più. Alle buone doti della rosa, si stanno aggiungendo componenti importanti come l’esperienza a livello internazionale. In attesa di capire se Locatelli si “coalizzerà” con Boateng e se Berardi resterà al fianco del ghanese, lasciamo da parte le questioni campo e salutiamo il ritorno di un milanista, amico, prima che avversario.