Dopo l’addio di Ancelotti, la cessione di Kakà e il ritiro di Paolo Maldini, sulla panchina rossonera approda Leonardo: siamo nel 2009-2010. Con l’allenatore brasiliano, i rossoneri partono male ma svoltano grazie al cambio di modulo che li porta a lottare per lo scudetto. Ripercorriamo la stagione del 4-2 fantasia a tinte verde-oro con Ronaldinho, Pato e tanto spettacolo. Tempo di addii. L’estate 2009 segna uno spartiacque netto e fondamentale per la storia recente del Milan. Punto di rottura fra la stagione dei successi targati Ancelotti ed un lento ma inesorabile declino. Silvio Berlusconi decide di affidare la guida tecnica della prima squadra a Leonardo che, dopo gli anni passati al fianco di Galliani in dirigenza, decide di accettare il nuovo incarico sul campo. Ancelotti parte in direzione Chelsea, Kakà viene ceduto al Real Madrid e Maldini sceglie la via del ritiro dopo la bellezza di 25 primavere rossonere.
Rivoluzione quindi. A Milanello però, i volti nuovi sono il brasiliano Thiago Silva, l’olandese Huntelaar, l’americano Onyewu, Ignazio Abate, Massimo Oddo e Marco Storari (quest’ultimi rientranti da vari prestiti). Il precampionato della squadra più titolata al mondo risulta deludente e ricco di incognite. Il 4-3-1-2, tanto voluto dal presidente Berlusconi, non convince e con gli infortuni di Abbiati e Dida, il nuovo numero uno diventa proprio Storari che si rivelerà poi tra i migliori di quell’inizio di stagione.
Dopo l’addio di Ancelotti, la cessione di Kakà e il ritiro di Paolo Maldini, sulla panchina rossonera approda Leonardo: la stagione 2009/2010
Milan 2009-2010: ti ricordi quel Leo e il 4-2 Fantasia?
Nonostante tutto però, gli uomini di Leonardo partono bene in campionato battendo per 2 a 1 il Siena al Franchi grazie ad una doppietta di Pato. Ma il brutto doveva ancora arrivare, sette giorni dopo, nella settimana del derby contro l’Inter di Mourinho, i rossoneri crollano perdendo 4 a 0 una stracittadina senz’appello e ricca di polemiche. Immediatamente dopo quella triste sfida, la squadra rossonera fa fatica ad innestare la marcia ed il tecnico brasiliano arriva ad un passo dall’esonero almeno fino alla svolta tattica e definitiva. In occasione della sfida di campionato contro la Roma di Claudio Ranieri a San Siro, l’allenatore rossonero decide di schierare Clarence Seedorf come trequartista dietro a tre punte di ruolo, principalmente Pato, Borriello e Ronaldinho. La mossa si rivela azzeccata. I rossoneri non solo vincono 2 a 1 contro i giallorossi, ma recuperano terreno e fiducia in tutte le competizioni.
Il nuovo assetto tattico sembra perfetto ed il gioco a tinte rossonere risulta essere il più bello e divertente di tutto il campionato. Galliani arriva addirittura a battezzarlo, ironicamente parlando, 4-2 fantasia. Il 4-2 fantasia di Leonardo. Per tutto autunno quindi, i rossoneri diventano la principale novità del campionato, guidati da un Ronaldinho rivitalizzato dalla cura Leo e da un papero pressoché fenomenale. Con la campagna acquisti invernale del gennaio del 2010 poi, torna a vestire rossonero David Beckham ed approda anche Amatino Mancini, esterno brasiliano in prestito dall’Inter. Il nuovo debutto dell’ex United e L.A. Galaxy avviene il 6 gennaio 2010 in occasione della sfida casalinga contro il Genoa terminata poi 5 a 2 per il diavolo. Gol e spettacolo il menù principale di una partita in cui il Milan appare poco più che stellare.
La svolta
Oltre all’eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell’Udinese, durante l’inverno del 2010, il Diavolo è protagonista di un’altra sconfitta nel derby di ritorno contro l’Inter, questa volta però il risultato è dignitoso, solo 2 a 0 ma resta la macchia indelebile di una sconfitta che comunque fa male e soprattutto rallenta la corsa scudetto degli uomini di Leonardo. Per tutto il mese di febbraio la squadra rossonera arranca e fa fatica, quasi come ad inizio stagione. Brutta è anche la sconfitta e la conseguente eliminazione dalla Champions League per mano del Manchester United al termine di due sfide amare per i colori rossoneri, 3 a 2 per i Red Devils all’andata a San Siro ed un netto 4 a 0 all’Old Trafford.
Conclusioni
Inaspettatamente però, anche l’Inter frena in campionato e grazie al gol di Clarence Seedorf all’ultimo respiro contro il Chievo a San Siro, la squadra rossonera riesce a portarsi a meno uno sui cugini nerazzurri. Occasione mai sfruttata però dal Milan che comunque terminerà il proprio percorso in Serie A al terzo posto dietro Inter e Roma con la certezza della qualificazione diretta ai gironi di Champions League. Leonardo lascia il Milan in seguito alle troppe incomprensioni col presidente Berlusconi che, senza ragioni, criticava il modulo di gioco della squadra. San Siro si schiera dalla parte del tecnico brasiliano che abbandona la causa milanista dopo uno straordinario 3 a 0 alla Juventus nel maggio del 2010.
Insomma l’anno sportivo 2009-2010 è stato quello degli addii e della fantasia verde-oro, dei deludenti mondiali sudafricani del 2010, del triplete interista ma soprattutto della nuova vita milanista dopo i trionfi che hanno reso grande una squadra che lentamente andrà disgregandosi perdendo parte del proprio DNA vincente. Ma questa è un’altra storia che affronteremo nei prossimi pezzi…