La disfatta nel derby di sabato sera ha fatto emergere in casa Milan i soliti vecchi problemi: squadra difensivamente fragile, spesso troppo sbilanciata in avanti e poco, davvero poco produttiva negli ultimi trenta metri. Le statistiche del giorno dopo, ieri, recitavano così: 2 soli tiri in porta per la squadra di Pioli contro le 7 conclusioni collezionate da quella di Inzaghi, 5 delle quali trasformate in gol. L’apporto dalla panchina è stato completamente inconsistente: lo svizzero Noah Okafor e il serbo Luka Jovic, i due attaccanti centrali sbarcati in estate a Carnago, non sono riusciti ad accendere la scintilla. Rimandati soprattutto però i titolari, Rafa Leao a destra (il gol del momentaneo 1-2 del Milan è stata una debole fiammella e nulla più sotto il pungente diluvio), Christian Pulisic a sinistra. L’americano in particolare non si è mai acceso, nessun dribbling a saltare l’uomo, nessuno sprint, nessun cross degno di nota. A salvarsi nella serata di Inter-Milan solamente Olivier Giroud, nella versione però meno apprezzata dai tifosi e da Stefano Pioli: quella di assistman.
Il bomber francese ha confezionato il passaggio decisivo a Leao che ha poi portato alla rete della speranza. Nei primi quarantacinque minuti invece, giocando di sponda, Oli aveva messo Theo Hernandez a tu per tu con Sommer chiudendo una perfetta progressione del terzino ex Real. Giroud è oggi il miglior uomo assist del Milan, l’elemento della rosa più decisivo ma va dosato. L’età non gli permetterà di essere sempre a disposizione, sempre al cento per cento, sempre decisivo soprattutto quando il calendario sarà fitto di appuntamenti. Se nelle prime tre giornate il Milan aveva saputo attaccare con forza e concretizzare da squadra, puntando su una manovra corale, lo stesso non si può dire dopo il ko rimediato contro l’Inter. Sabato se non ci fosse stato Giroud – per la precisione, anche lui rimandato per l’inconsistente apporto realizzativo – le cose per il Diavolo sarebbero andate probabilmente peggio. Il tema centravanti, sottotitolo “sembrano mancare alternative all’altezza”, a Milanello resta vivo più che mai.