Sono molti i fattori che possono portare ad un’errore di giudizio nei confronti dell’abilità e degli sviluppi futuri di un calciatore; la giovane età spesso e volentieri è un’arma a doppio taglio perché chi fa intravedere delle buone potenzialità sempre con maggior frequenza ha poco tempo per mostrarle e rischia di venire sacrificato sull’altare del risultato ad ogni costo. Se a questo si aggiunge la pressione che ogni giocatore che indossa una maglia come quella del Milan sente da subito magari non unita ad un carattere sufficientemente forgiato per sopportarla ecco che allora è inevitabile saltare a giudizi affrettati e talvolta errati.
Quando a Milanello nel 1995 arrivò dal Cannes un 19enne Patrick Viera si pensò subito ad un acquisto in prospettiva cosi da dare anche a Fabio Capello il tempo di tenerlo sott’occhio e valutarlo. Vieira vinse lo scudetto quella stagione ma con solo due presenze all’attivo per poi esser ceduto l’estate successiva all’Arsenal di Arsene Wenger che diventò il vero e proprio mentore del centrocampista francese. Vieira divenne in Inghilterra un centrocampista di livello mondiale per poi tornare in Italia anche con le maglie di Juventus e Inter.
Milan, Vieira, Aubameyang e il talento sbocciato altrove
Milan, i grandi rimpianti Vieira e Aubameyang
Sorte simile per Edgar Davids che arrivò al Milan l’estate successiva. L’olandese però, allora 23enne, vantava già un curriculum notevolissimo con due finali di Champions League consecutive disputate da titolare con l’Ajax. Nel caso di Davids intervennero diversi fattori nel flop milanista; la disastrosa annata 96/97 di tutta la squadra unita ad un carattere da vera testa calda dell’olandese contribuirono alla sua cessione alla Juventus dove Davids rilanciò in grande stile la sua carriera. Chi invece è arrivato da teenager nelle giovanili del Milan senza mai riuscire a compiere il salto stabile in prima squadra è Pierre-Emerick Aubameyang.
Il gabonese, stellina della primavera di Filippo Galli, una volta compiuta la maggiore età fu girato in prestito prima al Digione e poi al Lilla. Infine al Monaco. Evidentemente il Milan non aveva deciso di puntare su di lui. E, dopo l’ennesimo prestito, il Saint-Etienne lo riscatta per un milione di euro dando il via alla sua carriera vera e propria. Altre due stagione in Francia lo vedono brillare, quindi Dortmund e poi Londra (sponda Arsenal). Lì entra, a suon di gol e prestazioni, tra i cannonieri più letali della sua epoca. Negli ultimi anni spesso si è parlato di un suo possibile ritorno al Milan ma, evidentemente, non era destino che le strade si incrociassero di nuovo.