Milan VS Donnarumma, il caso di metà giugno rischia di diventare la telenovela dell’estate. Ieri a Montecarlo è stato scritto un nuovo capitolo. Mino Raiola, agente del 99 rossonero, ha voluto raccontare le sue verità alla stampa, convocando nel pomeriggio i media in conferenza: «Inizialmente Gigio era disposto a rinnovare con il Milan – ha esordito davanti alle telecamere –, la sua idea era quella. E anche per questo motivo io ho sempre detto che non sarebbe mai andato via a parametro zero, anche perchè lui non aveva nessun dubbio. Poi, però, sono cambiate alcune cose e di fatto il Milan ci ha forzato a non rinnovare. Prima di tutto è mancato l’appoggio della società nei suoi confronti in alcune situazioni spiacevoli, come in occasione dello striscione esposto dai tifosi contro di lui sotto la sede del Milan e che una società seria come il Milan avrebbe dovuto far rimuovere. Poi l’atteggiamento dei dirigenti rossoneri durante le trattative sul rinnovo, nelle quali di fatto ci hanno minacciato dicendoci che non lo avrebbero fatto giocare e avrebbero provato a stroncargli la carriera in caso di mancato rinnovo: non credo che questa sia la politica migliore da intraprendere se una società vuole rinnovare il contratto a un proprio giocatore. In ogni caso io mi assumo al 100 per cento le responsabilità di questa mancata firma, ma oggi anche lui si è convinto che questa fosse la cosa migliore per lui, soprattutto per l’atteggiamento dei dirigenti rossoneri nei suoi confronti, ripeto. Tra me e Mirabelli non c’è feeling, siamo su due lunghezze d’onda completamente diverse: il suo atteggiamento da dirigente non lo condivido e soprattutto non posso permetterlo. Per me siamo già al mobbing».
Sul futuro di Donnarumma, Raiola ha poi aggiunto: «Non ho parlato ancora con nessuna altra squadra, non abbiamo alcun accordo e di certo non ci metteremo a breve a cercare un’altra destinazione per Gigio”. Non è esclusa nemmeno una clamorosa riapertura ai rossoneri: “Se mi chiamano ho l’obbligo di ascoltare perché il Milan è il datore di lavoro di Gigio. Credo non sia la soluzione migliore, ma non escludo nulla. Dovrebbero cambiare i toni e i modi di qualcuno».