Tutti a sottolineare come la priorità del Milan fosse una punta. Certo, ma anche il riscatto di Brahim Diaz, inesorabilmente e inevitabilmente destinato a rientrate alla Casa Blanca. La 10 sul groppone di Leao potrebbe essere un azzardo.
Probabilmente ricorderete l’esultanza spontanea in occasione del 2-0 firmato da Brahim Diaz contro la Juve, con lo spagnolo che dopo essersi sfilato la maglia e aver fatto apprezzare a San Siro stracolmo la sua 10, fu portato in braccio e in trionfo da Rafael Leao. Anche se l’esultanza più iconica rimarrà quella stretta di mano accompagnata da inchino, che ha illuminato San Siro nelle serate di gala. Flash stupefacenti che rimarranno incastonati nella mente e nel cuore di ogni rossonero, ma soprattutto esemplificativi di un Milan tornato ai fasti di un tempo.
Milan, sliding doors Leao-Brahim Diaz
Ecco, appunto. Proprio Rafael Leao e Brahim Diaz in queste ore sono al centro della scena, ma da due prospettive diametralmente opposte. Leao, è ufficiale, ha rinnovato il contratto con il Milan fino al 30 giugno 2028, come confermato una volta uscito dalla sede, intorno alle 15.45 del pomeriggio. Rimane sospesa solo la questione numero di maglia. Purtroppo si sta parlando della 10, che ad oggi significa Brahim Diaz, inesorabilmente e inevitabilmente destinato a rientrate alla Casa Blanca.
Milan, Brahim Diaz indispensabile
Un tormentone che va avanti da troppo tempo. Riecchegiano i commenti di Sandro Piccinini ad ogni giocata dello spagnolo nelle serate di Champions: “Per il Milan la priorità dovrà essere il riscatto di Brahim Diaz, perché giocatore dal talento indispensabile per il Milan per competere ad altissimi livelli”. Parole esemplificative. D’accordo, la priorità per il Milan deve essere una punta da 20 gol a stagione, integra fisicamente. Ma probabilmente abbiamo fatto male i calcoli, perché la priorità avrebbe dovuto essere la permanenza di Brahim Diaz, colui che con caratteristiche fisiche diverse ha ereditato la 10 di Clarence Seedorf, che faceva delle serate di Champions il suo recinto biologico. Ecco, biologicamente Brahim Diaz è, perché tale rimane, un giocatore da Milan, ma di quello delle serate di Champions, per qualità, personalità, coraggio e incisività (derby di ritorno a parte).
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Asensio al Psg, a rimetterci è il Milan
Per inciso: siamo qua ogni quarto d’ora a ricordarci come il Milan abbia tre, quattro giocatori che cambiano la vita (di squadra, ma anche dei tifosi), e pronti via, Brahim Diaz salta. O, più correttamente, è destinato a saltare. Questioni di settimane, giorni, ore. Non c’è scampo. Il Real Madrid lo rivuole. Non per puntare su di lui, questo è il punto, ma perché Asensio firmerà un contratto di quattro o cinque stagioni con il Paris Saint-Germain. Pura formalità, quasi un capriccio, per Psg e Real, ma a rimetterci è il Milan che non ha proprio la stessa abbondanza né di giocatori che “spostano gli equilibri”, né tanto meno di disponibilità economica.
Milan, Kamada al posto di Brahim Diaz
Assume dunque connotati e significati diversi anche l’acquisto di Kamada. Tutti noi nei giorni scorsi abbiamo sottolineato come il Milan, contrariamente alla passata stagione, si fosse attivato subito sul mercato, con l’acquisto di un giocatore titolare proveniente da una squadra di livello della Bundesliga. Ecco spiegato il motivo. Doppio, per la verità. Perché sopra i 22 milioni il Milan non è intenzionato a trattare con il Real il riscatto di Diaz. E poi perché con la partenza di Asensio, il Real Diaz lo rivuole indietro a prescindere. In sostanza: il buon Kamada prenderà il posto dell’eccellente Diaz. A buon intenditore…
Milan, questione di tempistiche: ufficialità Leao, imminente ritorno in Spagna per Diaz
Retrospettivamente, molti di voi potranno anche aver colto un parallelo in quanto a tempistiche. La notizia del rinnovo di Leao arrivò, infatti, il giorno della semifinale d’andata contro l’Inter, contestualmente a quella della sua indisponibilità a giocare il match. L’ufficialità del rinnovo di Leao arriva nelle stesse ore in cui dalla Spagna danno per imminente il ritorno di Brahim Diaz al Real. Ergo: due buone notizie assieme per il Milan sono troppe.
Milan, la 10 a Leao un azzardo
Come forse troppo è andare a “caricare” la maglia numero 10 sul groppone di Leao, come se non fosse già caricato di troppe responsabilità. Ricorderete Bonucci: al suo arrivo a Casa Milan, insignito di fascia di capitano, numero di maglia preferito (sfilato al povero Kessié), affidata la regia dei discorsi motivazionali a inizio partita e anche il ruolo di regista. Risultato: Bonucci non seppe adempiere nemmeno alle funzioni del suo ruolo perché caricato di troppe responsabilità, che sappiamo come rischino di delegittimare in partenza un calciatore. A maggior ragione Leao. Un calciatore potenzialmente devastante, ma che ha ancora tanto da dimostrare, soprattutto in termini di continuità, sia nell’arco dei 90′ sia nel corso della stagione. Volendo fare un parallelo, le due, tre sgroppate che Leao fa nel corso di una partita, il suo omologo Vinicius Jr le fa ogni 10′: aspetto che Leao deve cercare di migliorare per riuscire a stare dentro il match per tutti i 90′ e non sparire di scena. Perché la maglia numero dieci questo implica, prendersi la scena, illuminando San Siro.
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