L’ex terzino del Milan Marcos Cafu è finito in grossi guai economici e si è ritrovato costretto a vendere la sua villa da 7 milioni di euro
Non è un bel momento quello che sta vivendo Marcos Cafu. L’ex terzino del Milan e leggenda del Brasile infatti è sommerso dai debiti. Come svelato oggi da La Gazzetta dello Sport, l’ex campione brasiliano deve più di 3,3 milioni di euro a banche e creditori. Una situazione complessa, che ha costretto l’ex rossonero a correre ai ripari.
Cafu infatti dovrà dire addio alla sua villa di Barueri, nello Stato brasiliano di San Paolo, che è all’asta a causa della sua situazione finanziaria. Tramite i suoi legali, il campione brasiliano ha provato evitare la vendita, ma finora i tentativi di ribaltare la sentenza sono stati vani. L’asta è fissata per il 4 aprile. L’elegante villa ha una superficie di 2581 metri quadri, si sviluppa su quattro piani, ha 6 suite, una piscina, un campo da calcio a sette, una sala giochi, una sala cinema, una sala trofei, saune e un ascensore.
Ex Milan, Cafu indebitato: deve vendersi la villa
Ex Milan, Cafu ma che cosa hai fatto? Costretto a vendersi la villa da 7 milioni
LEGGI ANCHE SOCIAL – Milan, 38 anni fa l’avvento di Silvio Berlusconi. Il ricordo del club
Secondo il sito Uol, la casa dell’ex rossonero sarà messa all’asta per quello che viene ritenuto il suo valore reale, cioè 40 milioni di reais, che al cambio attuale sono 7,4 milioni di euro. Poi, nel caso in cui non andasse a buon fine, alla metà, ovvero l’equivalente di 3,7 milioni. I debiti di Cafu ammontano a 9,7 milioni di reais, circa 1 milione 800 mila euro, a cui vanno aggiunti i pegni che superano gli 8 milioni di reais, circa 1 milione e mezzo. Quindi quasi tutto l’importo ottenuto dalla vendita all’asta servirà per pagare i creditori del brasiliano.
Il debito più grande è quello nei confronti di una banca, il Banco Industrial, per un totale di 4,2 milioni di reais, pari a 777 mila euro. Poi ci sono persone che hanno fatto causa a Cafu, ottenendo i pignoramenti. Cafu però continua a opporsi al provvedimento, sostenendo che in quanto bene di famiglia, la villa non si può espropriare e che ci sono altri bene che garantiscono il debito.