Milan, partenza con ritardo nel mercato rispetto a tutti gli altri. I nodi da sciogliere
Un anno fa, in questo stesso periodo, il Milan guardava con un pizzico d’invidia verso Torino. La Juventus aveva già messo le mani su Thiago Motta, allora allenatore emergente più ambito del panorama italiano. I rossoneri, alla ricerca di un profilo giovane, ambizioso e con idee chiare, avevano scartato a priori nomi altisonanti ritenuti troppo costosi o potenzialmente in conflitto con la linea societaria, come Antonio Conte. La scelta cadde così su Paulo Fonseca, una scommessa che alla lunga si è rivelata perdente.
Oggi, a dodici mesi di distanza, si possono elencare con precisione gli errori compiuti. Thiago Motta non ha convinto a Torino e il suo successore, Igor Tudor, è già in uscita. Eppure la Juventus, pur con mille difficoltà e una stagione ben al di sotto delle aspettative, ha comunque centrato l’obiettivo minimo: la qualificazione in Champions League. Un traguardo raggiunto all’ultima giornata grazie a un rigore contro il già retrocesso Venezia, ma pur sempre fondamentale per programmare il futuro su basi più solide.
Nonostante un mercato ambizioso con un saldo negativo di 85 milioni, la Juve ha chiuso la stagione al quarto posto, un risultato inferiore a quello dell’anno precedente ma comunque sufficiente a restare nell’élite europea. Nulla di entusiasmante, ma abbastanza per ricostruire con chiarezza. Il Milan, al contrario, si trova senza coppe europee e con una stagione da dimenticare alle spalle, conclusa con un deludente ottavo posto, frutto anche in questo caso di un mercato dispendioso (saldo negativo di circa 70 milioni) ma poco efficace.
Il vero nodo resta la panchina. Dopo il fallimento del progetto Fonseca e l’imminente addio di Sérgio Conceição, il Milan deve ripartire da una guida tecnica solida e riconoscibile. Le difficoltà di ricostruzione sono note: quando si cambia tanto, aumentano anche le probabilità di sbagliare. Ma proprio per questo, le scelte iniziali – allenatore e direttore sportivo – risultano cruciali. Mentre la Juventus vira su certezze come Antonio Conte e Chiellini, riportando in casa una coppia che rappresenta lo spirito bianconero, il Milan sembra ancora in attesa che gli altri muovano le proprie pedine.
La scelta di Igli Tare come nuovo direttore sportivo, libera da mesi e quindi disponibile da tempo, è sembrata tardiva. Così come le valutazioni su chi guiderà la squadra nella prossima stagione. Antonio Conte, scartato un anno fa per motivi legati alla filosofia societaria, resta un rimpianto. Perfino Aurelio De Laurentiis, noto per la sua intransigenza, è riuscito a gestire il tecnico pugliese per un’intera stagione, dimostrando che si può coniugare carattere e sostenibilità.
Anche Max Allegri, ex rossonero, sembra avviato verso Napoli. Vincenzo Italiano, che pareva il più vicino alla panchina milanista, potrebbe restare a Bologna. Il Milan, dunque, continua a dare l’impressione di muoversi in ritardo, aspettando che le scelte degli altri chiariscano il quadro generale.
L’amministratore delegato Giorgio Furlani ha dichiarato che questa sarà la settimana degli annunci. Dopo l’ufficializzazione dell’addio a Conceição e la probabile firma di Tare, resta da sciogliere il nodo allenatore. Il tempo stringe: c’è una rosa da sfoltire, scelte fondamentali da prendere (come il futuro di Leao) e un nuovo spirito di gruppo da costruire.
Paradossalmente, il cerchio potrebbe chiudersi proprio con il ritorno di fiamma per Thiago Motta, nome che oggi appare meno “vincente” rispetto all’identikit dichiarato dalla società. Ma se il Milan vuole davvero rilanciarsi, serve più decisione, meno attesa e soprattutto una visione chiara del progetto tecnico.