Rebic ha segnato il gol della semifinale d’andata di Coppa Italia contro la Juve, rete che permette al Milan di giocarsi chance importanti venerdì all’Allianz. Ma sapevate che il croato come idolo d’infanzia ha un suo attuale compagno di squadra? E che Rangnick l’ha già incontrato in passato? Ecco cinque curiosità sul numero 18 rossonero.
Ante Rebic: Idolo indiscusso a Francoforte
Trent’anni senza vincere nulla sono davvero tanti per una piazza calda come quella di Francoforte, l’ultimo trofeo fu una Coppa di Germania vinta nel 1988, un anno prima della caduta del Muro. Una nuova vittoria, sempre in Coppa, arrivò due anni fa, proprio grazie al nostro Rebic. Perché se Jovic è sempre stato amato dai propri tifosi, l’idolo indiscusso diventò Ante dopo quella vittoria. All’Olympiastadion di Berlino (stadio che rievoca ricordi dolcissimi per la Nazionale Azzurra) andò in scena una finale tra Eintracht e Bayern che sembrava già scritta. E invece niente andò secondo i piani, per i bavaresi fu inutile il momentaneo pareggio del solito Lewandoswki; il match terminò 3-1 per le “Aquile tedesche”, tutto grazie alla doppietta di Ante che riportò la coppa in casa Eintracht dopo anni di digiuno. Da rivedere il secondo gol dell’allora numero 4, palla lanciata lunga col croato che prende il tempo e brucia in velocità la retroguardia dei campioni di Germania, mettendola alle spalle di Neuer ed esultando sotto i suoi tifosi. Che, dopo quella sera, cominciarono a riempire YouTube e Instagram di parodie dedicate all’attaccante. Giusto riconoscimento a chi li ha fatti tornare a sognare in grande.
Ante Rebic: «Il mio idolo da bambino si chiamava Ibrahimovic»
In un’intervista rilasciata qualche mese fa ai microfoni di Dalmatinski Portal, Rebic rilasciò queste dichiarazioni: «Solo pochi giorni fa mia sorella mi ha mandato un ritaglio di giornale datato 2012, in cui ho detto che Zlatan Ibrahimovic era il mio giocatore preferito. Lo penso tutt’oggi, è un vero piacere giocare in squadra con lui, vedere le sue qualità e la sua leadership. Tutto questo ci aiuta molto». Ante Rebic, in questa sua momentanea e breve esperienza al Milan ha già realizzato uno dei suoi tanti sogni.
La nomina di cavaliere
Un altro sogno, così come per tanti calciatori, era fare la storia con la maglia della Nazionale in un Mondiale; missione compiuta. A Russia 2018 si qualifica, da protagonista, secondo con la Croazia perdendo la finale di Mosca contro la Francia. Questa bellissima cavalcata, costellata anche da una rete all’Argentina di Messi nello 0-3 del girone, è valsa ad Ante una particolare onorificenza. Il 13 novembre dello stesso anno, infatti, per volere del presidente della Repubblica è stato nominato nella Capitale di Zagabria col titolo di “Cavaliere dell’ordine del Duca Branimir”, il sovrano della Croazia che spezzò l’egemonia governativa del regno bizantino, riuscendo a far riconoscere dal Vaticano la propria nazione per la prima volta nella storia. Per Ante, ragazzo molto attaccato alla propria terra, questo vale quanto un Pallone d’Oro.
Ante Rebic: gesto solidale
A dimostrazione dell’attaccamento di Rebic alle proprie origini bisogna tornare indietro al 2014. All’epoca militava nel Lipsia di Rangnick (lo vedremo tra poco) e si rese artefice di un bel gesto nei confronti della sua città natale: Imotski. Perché, col suo stipendio, saldò i prestiti aperti da ben cinquecento suoi concittadini presso le banche locali, dato che questi non riuscivano a far fronte ai pagamenti.
Ante e quel precedente con Rangnick
Tutto risale al 2013, quando Rangnick in persona visionò e ingaggiò Rebic in prestito dalla Fiorentina, portandolo al RB Lipsia in Zweite Bundes. L’ennesimo colpo di prospettiva che però non si rivelò affatto azzeccato. Giocò solo undici partite senza neppure un gol e anche a causa dei numerosi litigi col tecnico Alexander Zorniger fu messo da parte e accantonato in panchina. Successivamente Rangnick lo scaricò un anno dopo, mentre Rebic andò a Verona sponda Hellas. Sarà un punto fermo anche con l’eventuale arrivo del tedesco a Milanello?