Il mediano argentino è in scadenza di contratto. Praticamente certo l’addio al Milan a fine stagione. Il Club gli aveva affidato un compito arduo e complicato: diventare il nuovo Pirlo del centrocampo rossonero.
Biglia addio Milan. Lucas, una promessa mai mantenuta. Il centrocampista argentino, giunto a Milano come simbolo del Milan cinese di Yonghong Li assieme a Leonardo Bonucci, è una scommessa persa. Totale e definitiva delusione del mercato degli ultimi anni e in scadenza di contratto il prossimo 30 giugno, l’ex Lazio non rinnoverà il suo legame rossonero, lasciando le chiavi del centrocampo in mano a Ismael Bennacer, già da un po’ titolare senza appello dell’undici tipo di Stefano Pioli.
Biglia addio Milan: la stagione “zero”.
Certo, per come era iniziata la sua avventura milanese non ci si poteva aspettare un finale idilliaco da premio Oscar. Quel “Forza Lazio” pronunciato a un tifoso rossonero durante la sua presentazione a Milanello, va al di là del semplice lapsus freudiano, era forse il segno premonitore di un futuro ricco di nubi all’orizzonte. Il debutto vincente col Cagliari a San Siro, nell’agosto del 2017, viene spazzato via dal suo passato bianco celeste. Due settimane dopo, i ragazzi di Montella, cadono per 4-1 sul campo dell’Olimpico di Roma contro una Lazio fenomenale. Tripletta di Ciro Immobile, gol di Luis Alberto e tutti a casa. Alla prima da titolare quindi è subito disastro totale. Con l’allenatore campano, l’argentino arranca e fa fatica, ma con l’avvento di Rino Gattuso (nel dicembre del 2017) il rendimento migliora e la fiducia cresce. Discreto il girone di ritorno per qualità e quantità che lo premiano assieme al resto della squadra, grazie a un filotto di risultati utili che rilanciano i rossoneri in campionato agguantando una preziosa qualificazione europea.
Biglia addio Milan: partenza sprint, finale flop.
L’anno dopo, il centrocampista in maglia ventuno (numero che gli è sempre pesato un po’ data l’eredità fin troppo pesante di Andrea Pirlo) parte forte. Dopo un inizio incerto a Napoli, il Milan e Biglia trovano la formula giusta. I ragazzi di Gattuso, coordinati dall’ex laziale e dal compagno di nazionale Gonzalo Higuain, mettono in scena il più bel calcio del campionato. Divertente, ritmato e prolifico. Il Milan sembrerebbe tornato. Ma una lesione muscolare al polpaccio sinistro mette fine al più alto periodo milanista di Lucas Biglia. Rimpiazzato da Bakayoko, che non abbandonerà più il campo e la conseguente titolarità “strappata” al collega di reparto, il mediano sud-americano non vedrà più il campo con continuità.
Biglia addio Milan: il capolinea
Con l’arrivo di Giampaolo sulla panchina rossonera e il mancato riscatto di Bakayoko, tornato prima al Chelsea e poi passato al Monaco, il numero venti rossonero (cambiato dopo due stagioni in maglia 21) torna a comandare il centrocampo del Diavolo. Il precampionato e la preparazione estiva sembrano premiarlo e premiare l’idea di calcio dell’allenatore di Bellinzona, ma l’andamento in campionato azzera ogni convinzione nata, cresciuta e costruita in estate riportandolo in panchina a favore di Ismael Bennacer e rimescolando le carte e le chiavi tattiche dell’intera rosa rossonera. Questa, nel frattempo, ha cambiato guida al timone. Ora è Stefano Pioli il nuovo allenatore del Milan e nonostante l’affidamento iniziale, il tecnico emiliano defila il centrocampista argentino dal proprio progetto sportivo.
Le ragioni del fallimento
Insomma, l’ennesima delusione di un capitolo confuso della storia milanista. L’ex Lazio non rinnoverà il proprio contratto con il Milan che è già al lavoro per sostituirlo e chiudere definitivamente un rapporto mai sbocciato fino in fondo. E dire che, al suo arrivo, con l’affidamento della fascia da capitano a Leonardo Bonucci, Lucas era stato designato dalla Società come vice capitano della prima squadra. Un ruolo importante, un ruolo prestigioso, un ruolo più grande di lui che forse non è stato capito. Con una lettura tattica, le ragioni e le motivazioni del fallimento rossonero del regista argentino sono forse da ricercare nel modulo di gioco. Abituato a fraseggiare in spazi corti e soprattutto in un centrocampo a cinque con tre difensori alle spalle, l’aver dovuto far fronte a porzioni di campo molto più ampie e di lunga falcata, non ha sicuramente aiutato il proprio rendimento. Dotato di ottime qualità tecniche e discreta visione di gioco, è venuto a mancare in quanto a fiato. Un architetto incompreso e male utilizzato. Lucas Biglia, un fallimento in silenzio.