Il centrocampista turco sarà accontentato: giocherà da trequartista. Sarà l’occasione giusta per la rinascita?
«Ho sempre detto che mi piacerebbe giocare da trequartista. Mi adeguo alle scelte del mister, ma mi piacerebbe». Non ha usato troppi giri di parole Hakan Calhanoglu, che – intervistato da Milan TV – ha ribadito ancora una volta quale sia il suo ruolo preferito, quello in cui crede di poter dare il miglior contributo possibile al Milan. Nei giorni in cui si parla sempre più con maggiore insistenza della possibilità di cambiare modulo (con il 4-3-2-1 che pare essere la soluzione preferita da Giampaolo), le dichiarazioni del centrocampista turco lanciano in maniera prorompente la sua candidatura per uno dei due ruoli che il tecnico marchigiano dovrà assegnare sulla trequarti.
Considerando Paquetà più adatto al ruolo di mezzala e facendo i conti con lo stato di forma non ottimale di Jack Bonaventura, Calhanoglu sembra il favorito per la maglia da trequartista sul centro-sinistra, mentre sulla destra sarà schierato il solito Suso. E così, dopo mille pellegrinaggi tra centrocampo e attacco (esterno nel tridente, mezzala, persino play), finalmente il numero 10 rossonero dovrebbe giocare in quello che è il suo ruolo naturale. Lo dicono il suo passato in Bundesliga, il suo rendimento in Nazionale e per certi versi anche la sua esperienza al Milan – finora deludente -, dove nelle poche circostanze in cui ha agito sulla trequarti ha sempre fatto discretamente bene.
Acquistato nell’estate del 2017 per infondere qualità alla squadra allora guidata da Montella, sin dal suo arrivo Calhanoglu ha sempre rappresentato un equivoco tattico per il Milan. Un trequartista da “incastrare” nel 4-3-3 o addirittura nel 3-5-2. Almeno fino all’arrivo di Gattuso, che pur schierandolo in attacco riuscì a tirare fuori il meglio dal turco nella sua prima metà di stagione sulla panchina rossonera. Nel lungo periodo, però, l’ex Bayer Leverkusen ha pagato l’adattamento a ruoli non suoi denotando una sorta di spaesamento tattico oltre che una evidente mancanza di personalità, intesa come capacità di imporsi.
L’arrivo di Giampaolo – seppur amante del rombo – sembrava non aver migliorato le cose, visto l’impiego da mezzala prima e da regista poi, ma l’inaspettato cambio di modulo potrebbe cambiare ora le carte in tavola. Nell’albero di Natale anti-Brescia il turco avrebbe finalmente la possibilità di ritrovare il suo habitat e di dare libero sfogo alla sua costante ricerca della verticalità, che – malgrado una stagione negativa – lo ha reso nel 2018-2019 il quarto giocatore nella classifica di coloro che hanno mandato al tiro un compagno. Sulla trequarti il lavoro di Calhanoglu tornerebbe utile inoltre per il pressing alto che Giampaolo chiede alla sua squadra.
Spostato di qualche metro più avanti e accentrato, infine, il classe 1994 potrebbe provare a riprendere confidenza con la porta avversaria, con quella attitudine al tiro dalla distanza che lo aveva fatto conoscere in tutta Europa. Le sue qualità balistiche, tanto decantate da Gattuso, si sono smarrite nella nebbia di Milano ma il nuovo-vecchio ruolo potrebbe farle risplendere. È la speranza del Milan, che ha deciso di trattenerlo nonostante qualche buona offerta dalla Bundesliga, e di tutti i tifosi rossoneri. Il pubblico di San Siro ha bisogno di una scintilla per dimenticare il ko di Udine. Chissà che non possa essere proprio Calhanoglu ad accenderla…