Serve una sterzata. Il momento delle scelte – quelle forti e decise – è già arrivato.
Il day after in casa rossonera è stato quello dei tormenti, dei dubbi, delle riflessioni. La gara persa contro l’Inter non è stata una semplice sconfitta, di quelle che compromettono “solo” la classifica, bensì una vera e propria coltellata al fianco per il progetto di crescita del nuovo Milan. La sensazione trasmessa dalla squadra di Giampaolo è stata quella di un’enorme confusione, di smarrimento, di assoluta incapacità di reagire di fronte allo strapotere fisico e tattico degli avversari. Quello visto sabato è stato un Milan ingenuo, caotico, privo di personalità e di entusiasmo. Carenze che fanno male e che preoccupano per il prosieguo della stagione. Gli impegni con Torino e Fiorentina sanno già di snodi cruciali per il campionato rossonero ed è per questo che si può dire con assoluta certezza che il momento delle scelte – quelle forti e decise – è già arrivato.
Mister Giampaolo ha sempre dichiarato di aver bisogno di tempo per portare avanti il suo lavoro. Una richiesta senza dubbio legittima, ma che cozza con la totale disorganizzazione della sua squadra – possibile che in un mese e mezzo i calciatori non abbiano imparato assolutamente nulla? – e che comunque deve fare i conti con quelli che sono i ritmi del campionato e degli avversari. Nessuno è disposto ad aspettare il Milan e quindi al netto del progetto tecnico e dei tempi di assimilazione del suo gioco, Giampaolo deve dare una sterzata immediata nell’atteggiamento, nelle idee e nei risultati. Innanzitutto si scelga un modulo, uno soltanto, e lo si porti avanti con fermezza e decisione. Poi si intervenga sulle individualità.
Ovviamente non si può pensare di sopperire a tutti questi problemi semplicemente cambiando dei singoli, ma evidentemente l’inserimento di alcuni calciatori potrebbe rafforzare le idee, la cattiveria agonistica e la voglia della squadra rossonera. E allora questi calciatori devono essere schierati subito, senza star lì a pensare all’assorbimento dei macro-principi di gioco (quali?), in luogo di chi per l’ennesima volta ha deluso dimostrando di non meritare la maglia del Milan. Gente come Theo Hernandez – finalmente si rivede un terzino dalle parti di Milanello! -, Bennacer, Rebic e Leao – senza dimenticare Paquetà – deve essere in campo sempre per dare spinta, intensità e freschezza atletica ad un Milan troppo stesso lento e prevedibile. Qui non si tratta di volere per forza in campo i nuovi, bensì di riflessioni oggettive. Rodriguez, Biglia e Calhanoglu – per fare dei nomi – si sono rivelati eccessivamente mediocri per questo Milan. Serve il coraggio di cambiare. Subito.
Una riflessione a parte la merita poi la situazione legata a Suso, il vero equivoco tattico di questo Milan. Il centrocampista spagnolo ha fatto fatica ad adattarsi al ruolo di trequartista, costringendo di fatto Giampaolo a cambiare l’assetto offensivo pur di puntare su di lui. Restituito al suo habitat naturale, però, Suso non ha fatto altro che confondere ulteriormente lo schieramento tattico dei suoi rendendo ancor più sterile l’attacco dei rossoneri (2 gol in 4 gare, 1 solo su azione: numeri da brividi). Il numero 8 resta uno dei pochi in rosa capaci di infondere qualità e di trovare la giocata improvvisa, ma il suo essere incostante e la prevedibilità del suo gioco si stanno rivelando dei deficit di notevole conto per il Milan. Il contropiede sprecato nel derby racchiude al meglio questa situazione e solleva dei dubbi sulla sua centralità nell’undici di Giampaolo. Se si parla di scelte forti, perché non provare a fare a meno di Suso? Evitare per una volta di adattare il Milan alle caratteristiche del fantasista spagnolo sarebbe certamente una scelta coraggiosa, ma è esattamente di quelle che c’è bisogno ora.
Se Giampaolo vuole giocarsi al meglio e fino in fondo l’occasione più grande della sua carriera, deve uscire dal tunnel di paura e confusione in cui sembra essere caduto dall’inizio di campionato a questa parte. Può farlo con il coraggio e con il carattere. Ora o mai più. A lui la scelta.