La domanda è sempre più di attualità: “Quali sono le origini del calcio femminile?” Forse non tutti sanno che la prima “squadra rosa” della storia, la “Dick Kerr’s Ladies Football Club”, fu fondata nel 1894 in Gran Bretagna, grazie alle operaie di una fabbrica di vagoni e locomotive. In Italia il movimento calcistico femminile ha origini invece più recenti: nel 1933 venne fondata a Milano la prima Associazione Calcistica Femminile, bloccata però sul nascere dal regime fascista che proibiva alle donne di praticare uno sport tipicamente maschile.
Nel nostro Paese si tornerà a parlare di calcio femminile alla fine della guerra, con la nascita delle prime due squadre a Trieste, a cui fece seguito quattro anni più tardi la fondazione dell’A.I.C.F. (l’Associazione Italiana Calcio Femminile). Nel 1965 Valeria Rocchi, pioniera del movimento calcistico femminile in Italia, riuscì a organizzare due squadre anche grazie all’aiuto e al sostegno del Patron dell’Inter, Angelo Moratti; tre anni più tardi nacque la Federazione Italiana Calcio Femminile, con la disputa del primo campionato italiano a due gironi da 5 squadre.
Il vero e proprio inserimento del movimento femminile all’interno della FIGC avverrà solo nel 1986, riconosciuto dapprima come dilettantistico. Tutte le big del calcio italiano contano oggi un settore femminile: il Milan, ad esempio, ha esordito con le women nella stagione 2018-19. L’ultima tappa storica è datata 1° luglio 2022: da poco più di un anno, il calcio femminile è entrato nel mondo del professionismo. La strada verso la consacrazione però è soltanto all’inizio, il viaggio è ancora lungo e particolarmente tortuoso: sono troppe infatti le differenze con il calcio maschile. La storia, insomma, è ancora tutta da scrivere.