Milan-Fiorentina: a San Siro è buio pesto per i rossoneri.
Peggio di così non poteva andare. Il Milan di Giampaolo sprofonda contro la Fiorentina di Montella e di uno strepitoso Frank Ribery. Dopo la sconfitta di Torino, ci si aspettava una squadra rabbiosa e determinata, che portasse avanti i progressi visti nei 60′ minuti contro i granata. Nulla di tutto questo. Ieri sera, invece, è andato in scena uno spettacolo impietoso: il diavolo impotente dominato in lungo e in largo dai viola. I rossoneri sono apparsi visibilmente intimoriti, svogliati, senza anima e personalità. Questo è bastato per far perdere la pazienza dei tifosi che, nonostante le prestazioni per nulla convincenti degli ultimi anni, sono sempre stati al fianco della squadra. Serve una scossa pesante, altrimenti la stagione rischia di essere già compromessa ad ottobre.
UP & DOWN: CHI SI SALVA
Nello scempio del Meazza di ieri sera, le uniche prove positive sono di Rafael Leao e Gianluigi Donnarumma. Il portoghese ha classe, tecnica ed eleganza. Riesce a mettere in mostra le doti grazie al gran goal che ha messo segno, purtroppo vano per l’economia della gara. L’unico che ci mette voglia e personalità nelle giocate: il Milan deve puntare su questo ragazzo. Il portiere rossonero, invece, non è più una novità ormai. Cerca di tenere a galla le sorti di una squadra che affonda inesorabilmente. Compie delle parate clamorose su Ribery (nell’azione che porta al primo rigore della Fiorentina) e para il secondo penalty assegnato ai viola, calciato da Chiesa. Gigio è l’unico top player della rosa, non ammetterlo significherebbe essere in malafede.
UP & DOWN: I PEGGIORI
Le note dolenti sono tante, troppe. Salvo i due nomi citati in precedenza, il resto della squadra è abbondantemente insufficiente. I quattro di difesa ballano per tutta la gara e non riescono a prendere mezza misura agli attaccanti viola. A centrocampo è un disastro: Bennacer non azzecca un intervento, commettendo difatti due rigori, oltre che sbagliare ogni passaggio. Kessiè corre a vuoto e Calhanoglu offre assist ai giocatori di Montella. Infine, arriviamo ai due giocatori che, teoricamente, dovrebbero trascinare la squadra: Suso e Piatek. Lo spagnolo è lento, spento, impreciso e sempre, maledettamente inchiodato a quel fazzoletto di campo sulla destra. Non fa movimenti negli spazi, non salta l’uomo e perde tutti i tempi di giocata: praticamente nullo. Il polacco, invece, ormai è un corpo estraneo nella squadra rossonera: non riceve un pallone in area di rigore e non effettua nemmeno un tiro verso la porta.
Si fa davvero fatica a credere che, per uscire da questa situazione, serva soltanto tempo. Tolti i due innesti più importanti (Leao e Bennacer), la squadra è la stessa dello scorso anno. E allora com’è possibile tutto ciò? La scorsa stagione, nonostante il gioco non fosse spumeggiante, i rossoneri erano rognosi, grintosi e affamati. Adesso sembrano impauriti, insicuri e senza stimoli. In tutto questo, la dirigenza non si vede: chi avrà il coraggio di prendersi la responsabilità di tutta questa situazione?