Dugarry, ex attaccante rossonero, ha raccontato in un’intervista la sua parentesi al Milan raccontando anche qualche aneddoto.
Christophe Dugarry, oggi 53enne, è ancora molto attivo nel mondo del calcio, ma non più in campo.
L’ex attaccante francese è infatti opinionista per RMC e noto per le sue analisi spesso pungenti. Durante la sua carriera da calciatore, ha vestito anche la maglia del Milan, trasferendosi in rossonero a 24 anni dopo l’esperienza al Bordeaux, dove militava anche Zinedine Zidane. Mentre il futuro Pallone d’Oro approdava alla Juventus, Dugarry sceglieva il Milan, una decisione che con il senno di poi avrebbe avuto sviluppi ben diversi rispetto a quella dell’amico e connazionale.
L’esperienza milanista di Dugarry si rivelò infatti complicata. Nella stagione 1996-1997, con Tabarez prima e Sacchi poi in panchina, il Milan visse una delle annate più difficili della propria storia recente. Quell’anno concludemmo il campionato all’undicesimo posto e uscendo anzitempo dalla Champions League. Dugarry collezionò 26 presenze e 6 gol, ma al termine della stagione fu ceduto al Barcellona. A distanza di anni, ammette che lasciare il Milan è stato il suo errore più grande: “Avrei dovuto insistere, Capello mi voleva. In Italia mi trovavo bene, il calcio e la mentalità erano più vicini ai miei valori. Non sarei mai dovuto andare al Barcellona”.
Ricorda anche uno scontro acceso con il portiere Sebastiano Rossi, avvenuto negli spogliatoi a causa delle tensioni per i risultati deludenti, anche se minimizza l’accaduto paragonandolo a veri litigi vissuti ai tempi del Bordeaux. Tra i compagni che lo hanno più impressionato, Dugarry cita Baggio, che definisce un talento unico, oltre a Boban, Baresi, Albertini e Savicevic. Per lui, giocare in una squadra di quel livello è stata un’occasione di crescita quotidiana.
L’ex attaccante non ha risparmiato nemmeno parole dure nei confronti del CT della Francia, Didier Deschamps, con cui i rapporti sono tesi da anni. “Non ci apprezzavamo già da giocatori, poi si è arrabbiato quando lo criticai per non aver convocato Benzema agli Europei del 2016. Con Deschamps o sei con lui o sei contro di lui”. In compenso, spinge con convinzione Zidane verso la panchina della nazionale: “Sarebbe la scelta naturale, tutti lo vogliono. Con lui il calcio francese tornerebbe a emozionare, grazie a uno stile di gioco vincente e spettacolare”.
La figura di Dugarry, pur non avendo raggiunto le vette di Zidane, resta legata a un calcio di grandi nomi e grandi storie, con rimpianti personali e opinioni forti che ancora oggi fanno discutere.