Ibra Milan addio – Zlatan vuole rientrare già a Lecce, più probabile il ritorno in campo il 28 a San Siro contro la Roma. In settimana nuovi esami strumentali.
La lista delle cose in sospeso si è allungata con il lockdown. Ibra è rientrato a Milano, ha scelto di andare oltre la scadenza del contratto del 30 giugno e onorare così la parola data a novembre a Boban e Maldini. Vuole provare fino alla fine a riportare il Milan dentro una competizione europea, e poco importa se non è la Champions League un tempo terra di conquiste e trionfi. Questo non è più quel Milan, nemmeno quello del 2011 e che Ibra ricorda col sorriso: quel Milan all’Olimpico di Roma vinse il suo ultimo scudetto della storia, l’ha ricordato senza usare mezzi termini anche a Gazidis durante l’incontro in settimana a Milanello. Era un Milan coraggioso e vincente, dentro e fuori dal campo.
Ibra Milan addio: l’ultimo sprint
La Roma gli evoca dolci ricordi, con la Roma a San Siro il 28 giugno Ibra vuole esserci, ma proverà a forzare i tempi e a completare il recupero dal problema al polpaccio già per la trasferta di Lecce. In settimana si sottoporrà a una nuova visita di controllo e questa volta sarà più approfondita delle precedenti. In attesa, prosegue nel lavoro differenziato in palestra attentamente seguito dallo staff dei preparatori del Milan. Ha anche aggiunto sedute di allenamento extra al programma stilato dallo staff di Pioli e da quello medico del Club.
Gazidis-Ibra, è rottura
Sarà la sua ultima danza in maglia rossonera, poi il sipario calerà tra gli applausi. Ci ha pensato a lungo in queste settimane di ripresa, spesso in volo tra la sua Svezia e Milano. È stato a un passo dall’accettare a prescindere un nuovo contratto con il Milan, poi però la visita di Gazidis a due giorni dal big-match contro la Juve (che avrebbe comunque saltato per squalifica) l’ha nuovamente bloccato: dal licenziamento di Zvone Boban il rapporto con la Società si è deteriorato settimana in settimana. La scintilla con Gazidis non è mai scoccata, non si accese nemmeno quando l’ex Arsenal lo chiamò personalmente a gennaio dello scorso anno per ritornare a Milanello. Ringraziò ma rifiutò l’offerta. Accettò in inverno quella di Boban. Ma le premesse a novembre furono altre.
L’Europa anche per Pioli
Oggi, con il caos generato dalla pandemia e i numerosi dubbi sul fronte panchina l’orizzonte è cambiato. Una fitta nebbia ha coperto il sole di inizio anno. Difficile anche prevedere cosa succederà in estate. Ibra quindi da deciso: rientrerà a Stoccolma. Prepara i titoli di coda. Prima però completerà l’opera come un pittore davanti a una tavolozza colorata solo a metà: c’è una doppia cifra da raggiungere alla colonna “gol” per difendere un record personale (oggi è fermo a quattro con dieci presenze) e c’è un traguardo di squadra distante ma non impossibile da raggiungere. Vuole tagliarlo anche per Pioli. Ecco, con il tecnico invece l’intesa c’è stata fin dalla prima stretta di mano a Milanello.
Il Milan di Torino ha dato importanti segnali di solidità difensiva lungo tutti i novanta minuti (anche la continuità quindi ha passato i test), ma ha evidenziato una preoccupante debolezza nella manovra d’attacco. Pressoché inesistente. Torino ha confermato la preoccupazione della vigilia: questo Milan non può farcela senza Zlatan.