A proposito di ex Milan, il ct spagnolo De La Fuente ha attaccato Brahim Diaz, che ha scelto il Marocco, riguardo al senso di appartenenza
Alla fine Brahim Diaz ha deciso: giocherà con il Marocco e non con la Spagna. Negli ultimi mesi infatti c’era stata la “corte” della federazione africana per convincere il giocatore. In particolare il commissario tecnico Walid Regragui ha spinto molto per far capire all’ex giocatore del Milan quale sarebbe stata la sua importanza nella sua squadra.
Il fantasista del Real Madrid ha riflettuto per alcuni giorni e poi ha preso la sua decisione, dando mandato ai suoi legali di portare avanti le pratiche per ottenere la doppia nazionalità. In Spagna sono subito nate delle polemiche, secondo cui a far pendere l’ago della bilancia su questa scelta sarebbe stata la poca considerazione della nazionale spagnola. Sul tema quindi si è espresso Luis De La Fuente, commissario tecnico della Roja.
Ex Milan, il della Spagna attacca Diaz sul senso di appartenenza
Ex Milan, Luis De La Fuente attacca Brahim Diaz: non ha senso di appartenenza
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Presente all’evento dell’agenzia di stampa Efe, il ct della Spagna ha commentato la scelta di Diaz, non risparmiando un attacco. De La Fuente infatti ha affermato che la cosa più importante è che un giocatore ami la maglia senza pretese né obblighi. Il tecnico ha detto di non aver parlato con il ragazzo e che gli augura il meglio. Il ct poi ha aggiunto che quando ci sono dubbi e si pongono condizioni, vuol dire che non c’è senso di appartenenza. Le dichiarazioni:
Rispetto la vostra posizione, ma ognuno è libero di prendere le sue decisioni. Per me ci sono sempre tre condizioni per essere selezionati: uno, che possa giocare con la nazionale; due, che voglia farlo; tre, che il ct lo scelga. La cosa più importante è amare la maglia senza pretese né obblighi, con uguali diritti e doveri, guardando sempre al futuro. Non ho parlato con lui, ma provo grande apprezzamento e rispetto nei suoi confronti e gli auguro il meglio. Quando si hanno dubbi o si pongono richieste e condizioni particolari, mi sembra giusto che non ci sia quel senso di appartenenza e quella convinzione che devono esserci per vestire la maglia della nazionale.




