Rino è stato eletto capopopolo dai milanisti, ciò che più colpisce è come tale scelta abbia unito anche esponenti e opinionisti appartenenti ad altre fazioni
Non è più una novità e forse non fa nemmeno così notizia, Rino Gattuso ha legato il suo futuro al Milan. Per sua stessa ammissione: «Si possono firmare contratti di anni, ma sono i risultati a decidere quanto dureranno», gli stessi che insieme al parere unanime della dirigenza, della squadra e dei tifosi ha portato l’ex n.8 rossonero alla conferma definitiva. La scorsa estate è approdato alla guida della Primavera nello scetticismo generale, il salto dalla Serie A greca e dalla Serie B italiana al settore giovanile ha insospettito i più. C’è chi ha visto questo passo come una sorta di resa firmata da Gattuso con il mondo della panchina “dei grandi”, soprattutto dopo le sfortunatissime avventure di Sion, Palermo, Pisa (post-promozione) e Ofi Creta. Altri hanno invece messo un po’ di malizia e indicarono Gattuso come il sicuro successore di Vincenzo Montella all’ora tecnico della Prima squadra, il destino ha fatto il resto. Oggi come non mai, il nome di Gattuso sembra quello più adatto al Milan, l’unico spendibile e credibile.
TRA LE CERTEZZE DI TUTTI E I TIMORI DI ALTRI La conferma di Gattuso sulla panchina rossonera è stata colta da tutti, come la scelta più giusta da fare. I tifosi sono schierati totalmente dalla parte del Mister, anche e soprattutto, nelle strigliate ai singoli e al rigore imposto al gruppo nell’ambito professionale. Rino è stato eletto capopopolo dai milanisti, la dirigenza convinta dai risultati e dal valore dell’uomo non ha esitato a blindarlo. Ciò che più colpisce è come tale scelta abbia unito anche esponenti e opinionisti appartenenti ad altre fazioni. Per molti il rinnovo di Gattuso è un “problema” perché: «E’ quello di cui aveva bisogno il Milan, lui è l’uomo che se supportato può far tornare grande il club». Una bella investitura, soprattutto se ricevuta dai tifosi avversari. Disciplina, senso di appartenenza e acume tattico, il gruppo rossonero lavora su principi semplici, ma fondamentali, quelli che hanno reso grande il Diavolo nella sua storia. Gattuso impersonifica il milanista doc, quello che ha vinto tanto, ma che ha anche sofferto. La sua figura in questo momento di transizione, può essere il faro in grado di indicare la via a società e gruppo.