Ci sono giocatori che, tra alti e bassi, vengono considerati fuoriclasse, altri invece l’esatto contrario. Poi ci sono i Mario Gotze (secondo indiscrezioni nome individuato da Rangnick per il suo Milan), quelli che fuoriclasse lo sono stati una sola notte.
Mario Gotze è finito sulla lista dei candidati a vestire la gloriosa maglia del Milan. L’attaccante del Borussia Dortmund è un profilo molto gradito a Ralf Rangnick, il tecnico tedesco indiziato a sedersi sulla panchina del diavolo la prossima stagione al posto di Stefano Pioli. Così riportano indiscrezioni provenienti dalla Germania. Il giocatore, centrocampista offensivo classe 1992 e campione del mondo nel 2014, è in scadenza di contratto e pare indirizzato a vivere una nuova esperienza lontano dalla Bundesliga, magari proprio nel campionato di Serie A.
Mario Gotze: l’infanzia del “miracle boy”
Ma chi è Mario Gotze? Mario Gotze è cresciuto in una famiglia devota alla casa cristiana, fino ai dieci anni il pallone non veniva mai considerato perché in settimana bisognava studiare catechismo e alla domenica c’era la messa. È cresciuto nella piccola città di Memmingen, nel distretto della Svevia e a pochi chilometri da Monaco di Baviera. Quella cittadina era conosciuta fino ad allora per essere stata la conduttrice della prima dichiarazione europea dei diritti dell’uomo e stava per diventare la città Natale di una delle persone più importanti della storia della Germania calcistica. Perché, all’improvviso, Mario si era convinto e iniziava a tirare i primi calci a un pallone.
Mario Gotze: i primi passi nel mondo del calcio
Memmingen è una delle più grandi reti di scouting del Bayern Monaco, Mario è entrato così nel mondo del calcio. Il Bayern l’avrebbe preso anche subito, ma il padre è stato costretto a trasferirsi a Dortmund per proseguire il proprio incarico di professore universitario. Dopo alcuni litigi, la famiglia era giunta a una conclusione: Mario non poteva smettere di giocare e avrebbe proseguito il proprio cammino nelle giovanili del Borussia, trasferendosi quindi lungo le sponde della Ruhr. Ha così trascorso l’intera infanzia nelle giovanili giallonere, poi è arrivato Jurgen Klopp. A Dortmund, l’attuale tecnico del Liverpool ha promosso Mario in prima squadra nella stagione 2009/2010. È diventato subito un giocatore fondamentale e, dopo anni bui per il Club, ha portato il Borussia sul tetto di Germania formando una coppia d’attacco formidabile con Marco Reus.
Mario Gotze: il passaggio al Bayern
Tre anni dopo quel successo però, ecco l’inaspettato. Gotze è diventato di fatto il primo acquisto del nuovo Bayern di Pep Guardiola, annunciato pochi giorni prima della finalissima di Champions League proprio tra i bavaresi e il Borussia. I tifosi del Dortmund lo hanno battezzato come traditore, ma non sarà l’unico a lasciare il Club per approdare a Monaco. Da quel giorno Mario Gotze è di fatto sparito, un rendimento sempre più calante negli ultimi anni, contornato da infortuni e litigi in spogliatoio (un uomo di chiesa rischia di non andare d’accordo con chi ama alzare i gomiti e qualche birra in più). Nel 2016 è anche rientrato a Dortmund, dopo tre stagioni trascorse in maglia rossa, 114 presenze e 36 gol. Nel mezzo però c’è stato un momento che l’ha consacrato a “leggenda”.
Mario Goetze: la notte del Maracana
Sembra quasi che Mario sia rimasto al mondiale brasiliano vinto da assoluto protagonista con la Germania. Il 13 luglio del 2014 i tedeschi stavano pareggiando la finale contro l’Argentina nel tempio del Maracana. Verso la fine dei tempi regolamentari il commissario tecnico Low non aveva molte carte da giocarsi: «Mario, entra e segna. Dimostra al mondo di essere migliore di Messi». Cambio, fuori Klose. Gotze con una perla ha eseguito l’ordine alla lettera. Sotto il cielo del Cristo Redentore di Rio de Janeiro il devoto Mario Gotze ha firmato il suo personale “Mariocanazo”. Sì, perché ha portato i tedeschi in cima al mondo e lì con la mente è rimasto. Mentre il mondo poi ha continuato a girare e i suoi compagni a correre, a vincere e a fare la differenza, lui è rimasto lì. Potrebbe essere il Milan a farlo tornare di nuovo coi piedi per terra?