In queste giornate di stallo sul fronte mercato e in attesa di indicazioni dal manto verde di Milanello con le ultime amichevoli, quella di mercoledì persa contro il Trento e quella di oggi contro i tunisini dell’Etoile du Sahel, non visibili in nessuna delle piattaforme, constatiamo come il Milan sia completamente sparito dal dibattito dei vari circuiti mediatico-sportivo. Ça va sans dire, considerato quello che l’Inter sta passando sul fronte Samardzic. Inciso: sia chiaro, non è un “giallo” è un’indecenza. Perché dopo che il giocatore ha svolto le visite mediche e dato la propria parola all’Inter, la questione è da ritenersi chiusa. Invece ha pensato bene di intromettersi il padre del giocatore che assieme ad altri intermediari hanno pensato bene di formulare nuove richieste economiche chiaramente verso l’alto, ci mancherebbe.
Il padre vuole poterci guadagnare pure lui dall’operazione. Come se il contratto da due milioni di euro che Samardzic starebbe firmando con l’Inter, più del triplo dei 600mila che percepiva a Udine, non sia sufficiente a garantire una minima copertura anche famigliare. Una vicenda questa, l’ennesima, che ci porta a riflettere ancora una volta, lo abbiamo fatto nei giorni scorsi per De Ketelaere, sulla figura degli intermediari, ma anche degli stessi calciatori, che farebbero bene una volta tanto ad assumersi le proprie responsabilità e prendere una posizione.
Posizione molto scomoda quella che si è trovata ad assumere l’Inter in questo mercato estivo dopo l’affaire Lukaku. Il motivo principale è legato alla situazione economica dell’azionista, che non lascia molti margini di manovra, vedasi i casi Morata e, soprattutto, Scamacca scippato dall’Atalanta. Discorso ancor più complesso per la Juventus. Perché se l’Inter ha comunque visto le entrate di Thuram e Frattesi, la Juve si è fermata a Weah per poi fossilizzarsi sulla (doppia) vicenda Vlahovic-Lukaku, con i sacrifici di Rovella e Pellegrini.
Ai colpi di scena, alle ambizioni di mercato fuori portata, il Milan ha seguito una linea coerente, sostenibile e soprattutto meno soggetta a ricatti: Furlani e Moncada, forte di una solidità economico-finanziaria e di un sacrificio importante, seguono, trattano e a determinate condizioni prendono e portano a casa. Senza troppi colpi di teatro e titoli ad effetto. Anzi, oggi il Milan non gode nemmeno di normali titoli. I pochi sono dedicati all’ufficialità di Junior Messias al Genoa, con il giocatore, che dopo aver rinnovato con il Milan fino al 2025, si trasferisce in rossoblù in prestito con obbligo di riscatto a 3 milioni complessivi.
Geona che rimane forte anche su Lorenzo Colombo, che Pioli monitora costantemente, motivo per cui il Milan prende tempo. Non prende tempo invece per Krunic, che Pioli ritiene “intoccabile”. Quindi vige la solita locuzione: partirà solo per un’offerta irrinunciabile, per un giocatore in scadenza tra due anni, attorno ai 12-15 milioni di euro, ad oggi non pervenuta.
Come non pervenuti, anche sul fronte mercato Origi e Ballo-Touré. Per l’ex Liverpool non è ancora arrivato nulla di concreto. Per l’ex Monaco, dopo Fulham e Bologna, ci sarebbe il Werder Brema, con il Milan che vorrebbe convincere il giocatore ad accettare il trasferimento.
Sembrerebbe essersi sbloccato lo stallo attorno alla trattativa per De Ketelaere all’Atalanta: l’entourage del belga e l’Atalanta avrebbero risolto gli impedimenti e limato i contrasti che minavano la chiusura, con il calciatore atteso a Bergamo per inizi della prossima settimana.