Ancora guai per l’ex Milan Mario Balotelli: l’attaccante sarebbe stato coinvolto in una rissa con il direttore sportivo del Sion
Non c’è pace, ma questa volta per sua responsabilità, per Mario Balotelli. Nemmeno in Svizzera l’ex attaccante rossonero è riuscito a rimanere lontano dai guai…
Come buttare una carriera
E’ un discorso fatto già troppe volte, ma più passano gli anni più diventa vero: Mario Balotelli ha lanciato la propria carriera ed il proprio talento nelle ortiche. La sua parabola la conosciamo tutti: dopo le esperienze tra Inter, Manchester City, Milan e Liverpool, il ragazzo ha iniziato il suo lento declino, cominciato a dir il vero già dalle parti di Anfield. Nizza, Marsiglia, Brescia, Monza, Adana Demirspor ed infine il Sion: Mario non più riuscito a tornare ai suoi livelli, anche e soprattutto a causa di un carattere evidentemente impossibile. E così anche in Svizzera l’ex rossonero è riuscito a rovinare ulteriormente la propria immagine…e non (solo) per errori tecnici sul manto verde.
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Balotelli e la rissa con il ds del Sion
I fatti. Dopo l’ennesima stagione fallimentare per Balotelli, condita da pochissimi gol, retrocessione della squadra e contratto stracciato, il presidente del Sion, Christian Constantin, ha rivelato al quotidiano Blick un retroscena legato ad un episodio risalente allo scorso febbraio. Per non farsi riconoscere, Balotelli e il direttore sportivo della società Barthelemy Constantin hanno deciso di travestirsi da Pikachu e da protagonista della Casa di Carta per intrufolarsi ad un party privato. Quando però i due sono stati riconosciuti da alcuni presenti, si è arrivati ad un momento di alta tensione, con una furibonda rissa. Nella colluttazione Mario ha rifilato un pugno in faccia proprio al ds del Sion.
Milan, ancora guai per l’ex Balotelli: rissa con il ds del Sion
“Soldi buttati”
L’ennesima bravata, anzi “balotellata” nella carriera di un attaccante che avrebbe potuto e dovuto fare molto di più.
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Del resto, per inquadrare il suo carattere, basterebbe il commento che ha rilasciato lo stesso presidente Constantin su di lui: «Questo ragazzo crede che le regole che governano un gruppo siano fatte per gli altri e non per lui. Se gli agenti sono interessati a piazzarlo in un Paese che non apprezza i soldi tanto quanto noi, forse presto giocherà di nuovo. Ma chi lo prende butta i soldi…»