L’ex giocatore del Milan Kevin Prince Boateng ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al caso Maignan, ecco le sua parole in merito…
La trasferta di Udine ha lasciato un sapore agrodolce all’ambiente. I 3 punti conquistati dal Milan in extremis grazie a Noah Okafor sono stati, purtroppo, oscurati dal bruttissimo episodio di razzismo accaduto sugli spalti. Che fossero 40 o 40 mila le persone protagoniste dei cori e degli insulti razzisti non rende meno grave la vicenda, motivo per cui è normale che si parli dei provvedimenti da prendere in merito a un fatto così grave.
L’ex calciatore del Milan Kevin Prince Boateng, protagonista suo malgrado di un episodio simile il 3 gennaio 2013 in un’amichevole tra i rossoneri e la Pro Patria a Busto Arsizio, ha parlato della vicenda. Ecco cosa ha detto in un’intervista sul caso Maignan ai microfoni di Milannews.it:
Direi che sono stati fatti zero passi in avanti. Se Mike Maignan, nel 2024, si trova a dover abbandonare il campo, vuol dire che non è successo niente. È una vergogna. Io capisco cos’ha provato. Adesso sto collaborando con la FIFA per il problema del razzismo e per la salute mentale dei giocatori per dargli una mano. Vinicius ci sta dando una mano così come Rio Ferdinand. L’obiettivo è buttare fuori il razzismo dagli stadi. Non se ne può più.
Cosa pensa del fatto che l’Udinese abbia allontanato a vita dallo stadio il primo tifoso identificato per i fatti di sabato sera?
È un gesto molto importante, perché hanno agito senza aspettare nessuno. Devono essere appoggiati. Inoltre hanno segnato una linea di demarcazione fondamentale perché, adesso, chi farà meno di quello che hanno fatto loro avrà fatto qualcosa di sbagliato a livello di sanzioni.
Le parole dell’ex rossonero
Milan, Kevin Prince Boateng sul caso Maignan: non è cambiato nulla
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Il 3-0 immediato potrebbe essere la mossa definitiva per debellare il problema?
Penso che se ci fosse questa regola non lo farebbe più nessuno, perché andresti a far perdere la tua squadra del cuore. Un turno a porte chiuse non serve a molto. Servono riscontri oggettivi con telecamere e microfoni che vanno a prendere subito chi fa queste cose e lasciarlo fuori dagli stadi per sempre.
Zoro ha detto che Maignan non doveva rientrare in campo e che gli stadi di chi fa cori razzisti andrebbero chiusi per sei mesi. Cosa ne pensa?
Capisco Maignan, perché ama giocare a calcio ed è per quello che non è rimasto negli spogliatoi. Probabilmente, fosse stato in uno sport singolo, non sarebbe rientrato. Ma dietro di lui ha una squadra e capisco il fatto che sia tornato in campo; perché servivano i tre punti al Milan. Chiudere gli stadi per sei mesi? Servono sanzioni forti, altrimenti le cose non cambiano.




