Qualora la Serie A dovesse ripartire, il Milan che riprenderà il viaggio verso l’Europa League dovrà affrontare in sei turni quattro sfide molto impegnative. Stefano Pioli prepara una nuova impresa.
Stefano Pioli non è abituato a lasciare i lavori a metà; semmai, a metà dei lavori (in corso, appunto) spesso dà il meglio di sé. In ogni caso, le missioni tende a portarle a termine offrendo il massimo tra esperienza e capacità. Era successo a Roma, sponda Lazio, nella stagione 2014/15 con un terzo posto in campionato valso, ai biancocelesti, il preliminare di Champions League e arricchito poi dalla finalissima di Coppa Italia contro la Juve. Qualche anno prima Pioli aveva lasciato il segno anche al Bentegodi di Verona con i colori tonalità Chievo, trascinando i clivensi verso l’obiettivo salvezza e timbrata in classifica con l’undicesimo posto. Anche a Bologna, con Pioli in panchina subentrato a Bisoli, la piazza aveva festeggiato la conferma nella categoria. All’Inter, poi, nel 2016, non andò benissimo ma il traguardo stagionale – la Champions – fu alla portata del gruppo fino a poche curve dal traguardo. Pioli, “il normalizzatore”, oggi al Milan vive un nuovo momento della carriera dall’equilibrio instabile, con l’ombra di Ralf Rangnick sempre più vicina, ma anche questa volta non cederà di un centimetro, non arretrerà e da buon “capitano” invece navigherà unito ai suoi uomini come ha sempre fatto fino alle luci dell’ultimo porto.
Milan in Europa League, primo obiettivo: superare la tempesta
L’oceano che i rossoneri sono chiamati ad attraversare per raggiungere la terra ferma (se sarà l’Europa, ancora meglio) è in burrasca già per motivi extra campo e a guardare bene le carte non promette giornate tranquille. Quando il Milan riprenderà a remare in campionato, davanti a sé troverà Roma, Lazio, Juventus e Napoli in un fazzoletto di sei partite. Una ripresa in salita che, senza concedere fiato, metterà alla prova delle prove Romagnoli e compagni. All’andata, dalla trasferta romana a tinte giallorosse e fino al match interno contro il Napoli, i ragazzi di Pioli raccolsero un solo punto al cospetto dell’undici azzurro di Carlo Ancelotti, poi esonerato e sostituito da Rino Gattuso. Un bottino ridicolo e specchio del trend stagionale del diavolo contro le prime della classe. Un’abitudine quindi da lasciarsi, pronti via, subito alle spalle.
Milan in Europa League: il vento a favore
Rispetto a novembre, Pioli oggi ha un prodiere in più e un aiuto prodiere di tutto rispetto: Ibrahimovic e Rebic. Dai loro piedi è iniziata la rincorsa in campionato del Milan verso l’Europa, con uno sprint che all’alba del 2020 ha portato a Milanello quindici punti in nove uscite complessive e la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia, congelata poi dalla pandemia sull’1-1 dell’andata contro la Juventus. Dovrà ripartire da loro il Milan e soprattutto da Zlatan, il caro e vecchio Zlatan alla ripresa degli allenamenti giocatore della Serie A più in forma di tutti: durante il lockdown, Ibra (39 anni a ottobre) ha beneficiato delle libertà concesse ai cittadini svedesi e a casa, a Stoccolma, ha mantenuto alti i ritmi e i carichi di lavoro allenandosi su un vero campo con i giocatori dell’Hammarby. Un po’ come avere il vento a favore. Un leggero vantaggio per il Milan che vede oggi lontano (ma possibile) il sesto posto e l’attracco all’Europa League e che Pioli, da buon “normalizzatore”, dovrà riuscire a sfruttare al meglio. Chi più di lui, a metà del viaggio, può trovare la rotta migliore?