Milan-Inter vent’anni dopo, ennesima semifinale di Champions League. La storia è rossonera, ma il presente…
Giroud chiama, Lautaro risponde. Leao strappa, Barella si carica i compagni sulle spalle. Maignan in versione para-tutto, Onana…un pò meno. Due decenni dopo, laddove bandiere come Paolo Maldini e Javier Zanetti nell’ormai lontano 2003 si contendevano la finale di Manchester, tra pochi giorni – questione di settimane – saranno Calabria e Brozovic a stringersi la mano sulla linea di mezzeria e dare il via alle ostilità. Destinazione Istanbul. «Un battito, vent’anni son volati via in un attimo. Ricordi ed emozioni che riaffiorano. Però sempre memorie poi rimangono» recitava così un’orecchiabile canzone della strana coppia formata da Max Pezzali e J-Ax. “Sempre noi”, come Milan e Inter, che da almeno tre anni sembrano viaggiare su binari paralleli. Anche in questa stagione: insufficienti in campionato, candidate alla lode in campo continentale.
«Luci a San Siro», cantava invece Vecchioni. E allora che risplenda la Scala del Calcio, casa pedatoria (fino a quando?) della nuova capitale d’Europa: come succedeva in passato, come dovrà capitare nuovamente in futuro. Ma storia e presente possono davvero influenzare quel che sarà?
Milan-Inter, atto terzo del derby europeo
Milan-Inter, semifinale di Champions. La storia dice rossonero, ma…
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Riavvolgiamo quindi il nastro, tornando a quel maggio d’inizio millennio. Quelli con qualche primavera in più sulle spalle chiudendo gli occhi vedranno ancora nitide le immagini di Shevchenko che secca Cordoba e fredda Toldo. O i guantoni di Abbiati che a poche battute del triplice fischio dicono no prima a Kallon poi allo stesso centrale colombiano. Perchè – oltre al conteggio delle coppe, 7 a 3 per il Diavolo – la stracittadina continentale si è sempre tinta di rossonero. Nel 2005 ad arrendersi infatti fu la prima Inter manciniana.
Ma per aver un quadro completo non dobbiamo dimenticare il passato recente. Gare secche, eliminazioni dirette, trofei nazionali. Come il derby di Coppa Italia 2021, quello del testa a testa Ibra-Lukaku ,deciso da una pennellata da fermo di Eriksen. Stessa competizione, altra semifinale: giusto 12 mesi fa, 0-0 all’andata e netto 3-0 per Lautaro e soci al ritorno. Medesimo risultato nella Supercoppa “araba” dello scorso gennaio, con mister Inzaghino a confermarsi copetero.
Intrecci rossonerazzurri e – scomodando il romanista Venditti – «notte di sogni, di coppe e di campioni». La forza del passato contro le certezze del presente. Che cos’è il tempo? Una linea, un cerchio? «Forse è una spirale», rispose a tale quesito un importante uomo politico del secolo scorso che amava disquisire anche di filosofia. Ossia, la storia si ripete sempre, ma su livelli diversi. Ecco, a breve sapremo a che punto del blasonato vortice siamo arrivati. Buona Champions League a tutti.
