Gol nel recupero, sporchi, nei minuti finali, di carattere, di rabbia, di voglia. Questo Milan non muore mai. Non abbandona mai il suo spirito, la sua tenacia e il suo atteggiamento sempre propositivo, plasmato da uno Stefano Pioli che ha saputo infondere ai suoi la capacità di restare sempre in partita e l’agonismo per portare a casa punti pesanti, anche in serate non eccezionali come quella di ieri sera a Verona.
Le prime volte
Atteggiamento. Questo ha saputo dare il tecnico parmigiano al Diavolo, che più volte ci ha emozionati con vittorie sofferte arrivate allo scadere. Fosse una serie tv, il primo episodio va in onda a Parma, stadio Ennio Tardini, primo dicembre 2019. In un Milan totalmente diverso e con ambizioni di classifica nettamente diverse rispetto ad oggi, fu Theo Hernandez al minuto 88 a risolvere un pomeriggio difficile, in cui i rossoneri faticarono a trovare la porta. A seguito di un fortunoso rimpallo in area, fu proprio il 19 a firmare lo 0-1 finale con una gran zampata di esterno mancino. Andiamo avanti: episodio secondo in scena a San Siro, quando il 19 gennaio 2020. Ante Rebic, con i suoi primi gol in rossonero, regalò al popolo rossonero una rocambolesca vittoria per 3-2 sull’Udinese, con il gol vittoria del croato a tempo scaduto. Il tempo necessario per riassumere tutti questi episodi non è a mia disposizione, così, mi limiterò a farvi riaffiorare nella memoria quelle partite obbligatorie, quelle sfide del diciannovesimo scudetto marchiate da questo carattere infinito.
I macigni tricolore
La prima magia del Milan Campione d’Italia fu proprio contro il Verona, 365 giorni esatti prima del match di ieri sera. Un anno fa, dopo un primo tempo terminato 0-2, in una serata in cui il Diavolo peccava in termini di qualità di gioco e tutto sembrava portare ad un risultato negativo, ecco il masterclass: un incornata di Giroud, un rigore di Kessie ed uno strampalato autogol di Gunter, ribaltarono il risultato. 3-2 pirotecnico e San Siro in delirio. Andiamo avanti di qualche mese, snodo cruciale del campionato. 5 febbraio, Inter-Milan. Quante volte abbiamo riguardato gli highlights?. Quante volte ripensiamo a quel derby sorridendo?. Facciamola Breve: << Si è girato Giroud>>. Slogan diventato simbolo degli sfottò ai nostri cugini e simbolo di uno dei derby più importanti e decisivi di sempre. Partita dominata dai nerazzurri, che assaporavano il momentaneo +7 in classifica, in attesa del recupero di Bologna ( si, proprio quello ) che avrebbe potuto chiudere i giochi Scudetto. Nell’arco di 3 minuti, precisamente tra il settantacinquesimo ed il settantottesimo, Olivier timbrò una doppietta. Il secondo gol, con linguaccia annessa sotto la Curva Sud, divenne ben presto iconico e per sempre resterà nei nostri cuori. Giornata 34. Se il gol decisivo di Giroud nella stracittadina è di pura tecnica ed eleganza, quello di Tonali all‘Olimpico è sporco, rabbioso e contraddistinto da una caparbietà che solo il Milan di Stefano Pioli ha nel suo DNA. Cinque giornate dal termine, bagarre serratissima in testa, minuto 92 ed il parziale è di 1-1-, risultato che rischierebbe di condannare i rossoneri. In questo momento esce tutta l’intensità del Milan, che grazie ad un errore di Acerbi permette ad Ibra di appoggiare sulla coscia di Tonali il match-ball. Controllo e spaccata alle spalle di Strakosha, corsa sotto un gremito settore ospiti. Milan, ancora una volta dato erroneamente per morto, risorto dalle sue ceneri.
Milan, non muori mai.
Tonal-Verona
Petizione: cambiare nome al Bentegodi, che ne dite di San Tonali da Brescia? Vede l’Hellas e si infiamma. Così lo scorso 8 maggio, con la doppietta che avvicinò il titolo in Via Aldo Rossi ( sempre in rimonta ), così ieri con l’inserimento dell’1-2. In Tonali è racchiuso l’atteggiamento di cui parlavamo all’inizio, quell’atteggiamento che rende unico il Milan. Non contano gli indisponibili, non conta il minuto e non conta la qualità fino a quel momento mostrata in campo. I Campioni d’Italia mandano un chiaro messaggio alle concorrenti: <<Noi non moriamo mai>>.
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