Il presidente del Milan Paolo Scaroni stupisce tutti: io non sono come Beppe Marotta e Antonio Percassi. Il motivo
Paolo Scaroni rivive la sua esperienza al Milan. Il presidente della società sette volte campione d’Europa ha sottolineato la sua difficoltà a adattarsi al calcio italiano. Un mondo per lui nuovo, al contrario di altri numero uno tra cui Beppe Marotta e Antonio Percassi.
Le dichiarazioni del dirigente nel corso della sesta edizione dello Sport Talk Industry:
Il mondo del calcio italiano è difficile, io sono un neofita al contrario di Marotta e Percassi
Paolo Scaroni: RedBird ha cercato e voluto il Milan. La rivelazione
Milan, Paolo Scaroni: non sono come Marotta e Percassi! Ecco perché
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L’attuale numero uno rossonero ripercorre, appunto, tutta la sua esperienza a Milano che passa attraverso due proprietà: il fondo Elliott e RedBird.
Paolo Scaroni ha quindi analizzato le differenze tra i due fondi.
Il dirigente ha infatti sottolineato come RedBird abbia voluto realmente il club e il suo arrivo non sia stato perciò frutto del caso. Inoltre, il presidente ha analizzato anche come il fondo americano abbia inserito la società all’interno di una strategia di investimenti nel mondo dello sport aggiungendo delle competenze prima mancanti.
Paolo Scaroni spende parole al miele per tutto ciò che ha realizzato RedBird dal momento del suo arrivo al Milan. Le dichiarazioni:
Ho avuto due proprietà, una che si è ritrovata il Milan dopo aver fatto un prestito a un personaggio pittoresco come Yonghong Li. Elliott ha gestito il Milan come un edge funder, ha messo un amministratore delegato che veniva dall’Arsenal e che conosceva il calcio. Mi hanno poi affiancato a lui come persona che conosce il calcio italiano. RedBird invece il Milan lo ha cercato, inserendolo all’interno di una strategia di investimenti nel mondo dello sport. Ci danno un contributo di competenze che non avevamo, all’interno di una logica che pensa che il calcio europeo possa evolvere verso un modello americano. Non so se evolverà in questo modo, pensando ad esempio al basket dove non ci sono retrocessioni e un tetto salariale