Il futuro della panchina del Milan resta un mistero: e se fosse Pioli il piano B di se stesso? I dati sono tutti a suo favore
Come si può passare nel giro di poco più di un anno da “Pioli is on fire” a un odio quasi totale da parte della tifoseria? La stagione del Milan è stata di certo al di sotto delle aspettative, ma guardando ai numeri non si può dire che il lavoro del tecnico italiano sia completamente da buttare. La dirigenza è ora alla ricerca di un nuovo allenatore e tantissimi nomi sono stati accostati al Diavolo. Per il momento però non c’è stato l’affondo per nessuno di questi. E se fosse Pioli il nome giusto?
L’idea del club resta quella di cambiare, ma se nessun allenatore dovesse convincere, allora continuare a puntare su Pioli potrebbe essere una soluzione. In conferenza stampa e nelle interviste il tecnico continua a ripetere che il suo futuro non è stato ancora scritto, e forse le cose stanno davvero in questo modo. Per il Milan è stata una stagione difficile, ma alla fine dei conti i rossoneri sono stati eliminati dalla Champions League dalla squadra che ora è in finale e in campionato sono secondi alle spalle di un’Inter quasi imbattibile. Certo, il percorso in Europa League e Coppa Italia è stato deludente, ma non è tutto da buttare.
Panchina Milan, e se fosse Pioli il piano B di se stesso? I dati
Panchina Milan, e se fosse ancora Stefano Pioli il prossimo allenatore? I dati sono a suo favore
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Da quando è in rossonero, infatti, oltre alla vittoria dello scudetto Pioli ha saputo valorizzare tanti giocatori in rosa, puntando sui giovani ed esprimendo un calcio molto moderno e propositivo. 238 partite sulla panchina del Milan e una media di 1,90 punti a partita non sono cose da poco conto. In questa stagione il Diavolo ha avuto il secondo miglior attacco della Serie A, con ben 72 goal segnati, ma il problema è stato tutto in fase difensiva dove le 47 reti subite hanno fatto perdere tanti punti per strada. Con una rosa più competitiva, un centrocampo più difensivo e magari meno infortuni, Pioli potrebbe davvero rivelarsi l’alternativa ideale di se stesso.