Specialità della casa? Le ripartenze. Pioli prepara un nuovo sprint dopo la rinascita di inizio anno. Rossoneri domani ospiti della Juventus.
Dodici punti in dieci partite, poi il tracollo di Bergamo. Il primo “start and go” rossonero di Stefano Pioli tra ottobre e dicembre, seppur di poco, ha accelerato il ritmo del Milan di Marco Giampaolo: nei primi sette giri di pista, Romagnoli e compagni avevano totalizzato appena nove miseri punti in classifica.
Pioli Milan: 2020, inizio col botto
Lo hanno sempre etichettato come l’uomo delle ripartenze e come negarlo di fronte a numeri e statistiche. Dopo la sosta di Natale, a gennaio, il Milan, il Milan di Stefano Pioli – perché il parente di fine autunno parlava ancora la lingua dell’ex allenatore della Samp – ha innescato la miccia giusta e dilagato ovunque, in campionato e in Coppa Italia. Da cancellare ci sono solo un tempo nel derby contro l’Inter e l’ultima irreale sfida di campionato in un San Siro deserto dirimpetto al Genoa.
Pioli Milan: la sua squadra, la sua Coppa. Pioli Milan: la sua squadra, la sua Coppa
Superato il letargo del lockdown, riaccesi nuovamente gli abbaglianti e rodato sui campi di Milanello per settimane il motore, Stefano Pioli è pronto ora per rientrare in pista e provare una nuova ripartenza delle sue. Il Milan che scenderà in campo domani sera all’Allianz Stadium è il suo Milan, suo come la Coppa Italia, il trofeo che più gli appartiene da quando indossa la cravatta rossonera (anche se non è un amante del genere). L’ha affrontato libero da zavorre, quelle che invece ha ereditato in campionato e che pesato ancora oggi nella corsa del gruppo all’Europa League.
Si è tuffato nella TIM Cup con una maggior libertà nelle scelte: contro la Spal a gennaio e poi il Torino ai quarti non mancava un solo big, formazione ideale anche contro i bianconeri di Sarri nella semifinale di andata al “Meazza”. Quel Milan ha costruito la performance stagionale più convincente: 1-1 al novantesimo, un risultato macchiato solo dalla prova dell’arbitro Valeri e che ora grida vendetta. Domani a Torino sarà diverso rispetto al 13 febbraio. Oltre al valore intatto dell’avversario, storicamente imbattuto nella sfida tra le mura dell’ex Delle Alpi, Pioli dovrà colmare tre eccellenti lacune: mancheranno Ibrahimovic, Castillejo ed Hernandez, gli uomini della scossa e della continuità. Ne parlerà oggi ai microfoni di Milan TV e non in conferenza stampa, evento-tradizione della vigilia annullato dai protocolli post Covid.
Buone sensazioni
Passare all’Allianz è difficile, non impossibile. Può bastare un solo gol al Milan, senza subirne, per volare dritto in finale e affrontare la vincente di Napoli-Inter. Pioli in settimana ha tenuto altissima la concentrazione dello spogliatoio ed è soddisfatto dei progressi ottenuti in queste settimane di riattivazione muscolare e gol. In allenamento le reti non mancano, nemmeno da chi in stagione sulle classifiche ufficiali ne ha firmati pochissimi o addirittura è a digiuno. È il caso di Lucas Paquetà. Dal brasiliano più costoso della storia del Milan e della Serie A, Pioli si aspetta una prova di tecnica e coraggio.
A testa alta fino alla fine
Il mister sa benissimo che il suo cammino verso la fine della stagione lo porterà lontano da Milanello (l’ombra di Ralf Rangnick si allunga ogni giorno che passa), anche per questo vorrebbe chiudere in bellezza con il “suo Milan” all’Olimpico di Roma. Intanto per zittire le migliaia di critiche che ha sempre dovuto digerire (l’hashtag #PioliOut al suo arrivo a Casa Milan era entrato in trending topic), mettere a tacere chi soprattutto lo considera da sempre un allenatore di fascia B. Poi perché è l’uomo delle ripartenze e vuole confermarsi leader in questa “disciplina”. Dopo, e solo dopo, penserà anche alla sua ripartenza. Su una nuova panchina in Serie A, magari meno blasonata, arriverà il momento di indossare una nuova cravatta. Una cravatta semplice, un solo colore, al massimo due. Sobria, normale. Insomma, adatta al suo stile.