Questa mattina a Milanello il Milan scenderà in campo per la rifinitura pre partita (alle 11.15), nel mirino c’è il Newcastle primo avversario della stagione in Champions League. La mente di Calabria e compagni sarà però inevitabilmente rivolta – almeno in parte – alla storica disfatta nel derby di sabato sera (5-1 dell’Inter) e alle situazioni tattiche che contro i nerazzurri non sono girate come avrebbe voluto Stefano Pioli. Il tecnico è finito ancora una volta nell’occhio del ciclone, da molti tifosi sui social additato come principale responsabile del crollo del weekend. In tanti invocano il suo esonero, ma il Club non ha minimamente preso in considerazione l’ipotesi di sostituire la guida tecnica nemmeno nell’immediato post gara del Meazza, quando le emozioni erano bollenti e la tensione alle stelle. La stima e la fiducia della Proprietà nell’allenatore restano intatte, sono confermate e non sono da considerarsi a tempo. Non c’è una data di scadenza, il Milan andrà avanti con Stefano Pioli in panchina anche se domani sera a San Siro dovesse registrarsi un nuovo risultato negativo.
Ieri il tecnico ha lavorato a Milanello in rigoroso silenzio (con la squadra divisa in due blocchi, da una parte i reduci del derby, dall’altra i giocatori che sabato non sono scesi in campo). Pioli ha preferito far sbollire le emozioni: parlerà ai giocatori solamente oggi, giorno di vigilia di Milan-Newcastle.
Intanto un attacco diretto al tecnico è arrivato anche dalla Curva Sud – racconta in edicola la Gazzetta dello Sport -, complice la scelta di non chiedere scusa ai tifosi dopo l’umiliazione subita contro i nerazzurri, espressa con nervosismo in conferenza. Secondo la rosea però non va ricercato un solo responsabile dietro il bruciante ko con l’Inter e non è giusto che sotto processo finisca solamente il tecnico: il pallone nel derby circolava lento – scrive la rosea -, i lanci sono sembrati troppi e troppo poco efficaci, Leao non si è mai acceso, i tre attaccanti entrati non hanno dato niente. I tifosi, quindi, farebbero bene a prendersela con tutto lo spogliatoio e non soltanto con l’allenatore.