Pietro Cartolano ci aiuta a rileggere la disfatta del Milan contro la Fiorentina in chiave tattica.
Avere il Milan nel cuore è una dura condanna in questo periodo. È molto difficile fare l’analisi tattica di una partita che praticamente non è stata giocata. Personalmente non amo parlare dei singoli estrapolandoli dal contesto di squadra, preferisco citarli nelle analisi complessive che tattica…mente ha sempre cercato di offrire.
Dopo la gara con la Fiorentina, parlare di squadra è quasi offensivo e lo stesso Giampaolo ha dichiarato
«Sembrava che ci fossimo trovati al campo per giocare, come se non ci fossimo mai allenati insieme».
ALLENARE COME MISSIONE
Allenare non potrà mai essere un lavoro. Chi ha questa passione non anteporrà mai nulla alla gioia di proporre le sue idee, anche in periferia Esistono due fattori magici: il campo e i ragazzi. Dichiarare che le ore passate in campo risultano inutili è la cosa più dura per un allenatore. Come autoinfliggersi una coltellata. Togliamoci dalla testa che Giampaolo non prepara gli allenamenti, a questo punto direi che sia inevitabile pensare che i ragazzi o si sono discostati dalle idee dell’allenatore o non sono in grado di recepire i suoi allenamenti.
GLI STIMOLI E LA PERSONALITÀ
Ogni giocatore dovrebbe avere il compito morale di dare il massimo, sempre. Un calciatore viene allenato, controllato, curato, strapagato e viene idolatrato dalla gente. Rappresenta un segmento di storia del miglior oppio dei popoli: il calcio.
«Il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti».
Questa famosissima frase del maestro Arrigo Sacchi dovrebbe essere spesso riletta da alcuni giocatori. A Milanello dovrebbe essere scritta a caratteri cubitali. Per noi, popolo che lavora tutta la settimana in attesa di novanta minuti di gioia, non è concepibile assistere a certe scene. Anzi, aggiungerei che non ce lo meritiamo.
IDEE VS PRAGMATISMO
Riavvolgiamo il nastro. Stagione 2018/2019: sulla panchina della Juventus siede Allegri, su quella dell’Inter Spalletti e su quella del Milan Gattuso. Quest’anno siedono Sarri, Conte e Giampaolo. Le società decidono di proseguire il loro percorso affidando le squadre ad allenatori con idee precise che non preparano solo la gara della settimana, ma cercano di dare un’identità precisa alla squadra. Correre in avanti per recuperare il pallone, oppure aspettare gli avversari; cercare la sponda della punta, oppure ancora uscire palla al piede manovrando. Le differenze possono essere moltissime, ma alla base ci deve essere un atteggiamento propositivo da parte degli atleti. Andreazzoli all’Empoli la scorsa stagione è l’esempio più chiaro. Giocatori non fenomenali, una bella idea di gioco e retrocessione in Serie B immeritatissima. Puntare su allenatori che hanno bisogno di tempo cosa comporta? Che la Juve è accusata da molti di giocare male (anche se vince per via dei giocatori di livello che si ritrova), il Genoa di Andreazzoli non riesce ancora ad esprimersi bene e il nostro Milan ha difficoltà sotto ogni aspetto.
MILAN-FIORENTINA
Le premesse sono state molte in questo articolo e ora credo che sia arrivato il momento di parlare della sfida di domenica sera persa 3-1. Una gara che si prevedeva difficile: Montella è un altro degli esteti del calcio che ha bisogno di tempo per far passare le sue idee…e proprio quando arriva il periodo di affrontare il Milan queste idee vengono apprese. Un po’ di sfortuna aleggia sul Diavolo. Una squadra molto verticale e decisa su ogni pallone andava affrontata con ritmo e possesso. Se il pallone circola lentamente, appena i giocatori avversari lo recuperano hanno tempo, spazio ed energie per galoppare in avanti. Purtroppo è successo fin dai primi minuti e la supremazia viola è stata imbarazzante. Ed è altrettanto imbarazzante non trovare altre discussioni tattiche da proporre. Ed è per questo che per una volta parleremo dei singoli, senza incorniciarli in un contesto di squadra.
I SINGOLI
Come si può pensare di giocare a calcio se non si è squadra? Domanda che porrei volentieri a Musacchio, la cui entrata fallosa su Ribery è quanto di più stupido si possa fare: da rosso diretto a centrocampo. Lo chiederei anche ai vari Kessié, Piatek, Suso i cui movimenti e le cui scorribande sono sistematicamente fine a se stessi. Bennacer e Calhanoglu hanno confezionato la sconfitta dal punto di vista degli episodi, mentre Leao ha provato a risollevare le sorti con alcune belle giocate. Quante prestazioni diverse ci sono all’interno della stessa partita? Troppe per essere considerata una squadra. Umiltà, impegno e pazienza. Con questi termini si sarebbe potuto e si potrà anche in futuro creare qualcosa di buono, ma non ne dobbiamo essere convinti noi…bensì i giocatori. Anzi andrebbero chiamati calciatori. Beh, anche in questo caso si hanno difficoltà. Ricorderete tutti questa frase del maestro Sacchi:
«C’è una differenza: giocatore è colui che gioca bene, calciatore è colui che conosce il calcio».
Giocatori o calciatori? A voi l’ardua sentenza.
Come d’abitudine vi propongo un’idea di formazione: cambierei modulo sia per cercare di rimuovere alcuni pesi morti sia per restituire il perno centrale dietro l’attacco. Sperando possa stimolare diversamente i calciatori…ehm, giocatori!





