Il sabato sera “a teatro” contro la Fiorentina lo avevamo erroneamente archiviato come “un episodio”. Un caso isolato. Con le recenti delusioni in campionato, dopo gli stop contro Juventus, Napoli, Udinese e Lecce l’entusiasmo tra il popolo rossonero è scemato. Comprensibile. Nel weekend sugli spalti del Meazza ondate di brusio, pochi, pochissimi applausi e decibel al mimino. Così però anche ieri sera contro i tedeschi del Borussia Dortmund. Allora no, non possiamo considerarlo soltanto un episodio.
I milanisti stanno vivendo male, malissimo il momento di appannamento della squadra. In campionato lo scudetto è diventato un miraggio (e le dichiarazioni reiterate del presidente Paolo Scaroni di certo non aiutano a migliorare la situazione) in Champions la qualificazione agli Ottavi dopo il ko di ieri è appesa a un filo sottilissimo. Solo il tifo caldo della Curva Sud crede ancora nel passaggio del turno. Pioli in conferenza stampa ha minimizzato: «Fin quando la squadra ha dimostrato di poter vincere la partita lo stadio è stato con noi – ha detto -. In questo momento i tifosi hanno tutto il diritto di criticare, noi abbiamo solo il dovere di riuscire a fare meglio».
Milan, San Siro sembra un teatro: ci crede solo la Curva
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Mentre dai settori più nobili di San Siro al triplice fischio del romeno Kovacs sono piovuti in campo sonori fischi, il popolo della Sud ha incitato la squadra andata ad applaudire sotto la Curva. Due cori hanno riempito l’atmosfera rassegnata del Meazza: «Siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai» e «perché noi ci crediamo olé, perché noi ci crediamo olé». Il 13 dicembre a Newcastle però servirà un miracolo.




