Analizzando il caso infortuni, questa mattina la Gazzetta dello Sport ha estremizzato un po’ il concetto: Stefano Pioli non ha colpe (testualmente: “Non c’è prova che sia il lavoro dell’allenatore a incidere sul numero degli infortuni”). Il pensiero del Milan è questo: anche Stefano Pioli ha le sue colpe; ha colpe come tutti in questa crisi di fine autunno, dai preparatori ai fisioterapisti, ai più alti dirigenti. Qualcosa non sta girando come dovrebbe girare, come da attese, e no, non è figlio della sfortuna: pensarlo sarebbe da irresponsabile. Il Milan è consapevole di quanto il momento sia delicato e preoccupante e vuole affrontarlo con senso di responsabilità e unione.
La missione è costruttiva: cercare soluzioni (una o più di una) per limitare il problema infortuni che da mesi sta mettendo in ginocchio la Prima Squadra. Questa è la priorità quotidiana del Club. C’è tempo per recuperare.Recuperare dai problemi di spogliatoio (gli infortuni appunto, perché non c’è altro: la squadra non sta affatto remando contro l’allenatore come qualcuno vorrebbe farci credere) e recuperare terreno in campionato. Non è un’impresa impossibile arrampicarsi su in classifica e tornare a contatto di Inter e Juventus (il Milan alle porte di dicembre è terzo a meno sei punti dai nerazzurri, primi dopo tredici turni). In aiuto al Milan oggi può arrivare il calendario, che nelle prossime settimane offre sulla carta incroci particolarmente abbordabili.
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In aiuto al Milan arriverà anche il mercato di gennaio: il Club è al lavoro per firmare almeno un difensore centrale, e se ci saranno le condizioni anche un attaccante di primissimo livello. Ora, al 30 novembre, il Milan va avanti con Stefano Pioli (il cui ruolo non è mai stato in discussione) e con un duplice obiettivo: analizzare meglio il problema dei tanti stop muscolari per cercare una via d’uscita e riprendere velocemente quota in campionato. Esclusa l’ipotesi di Ignazio Abate traghettatore in panchina fino all’estate. L’ex terzino rossonero sta facendo molto bene in Primavera, ha costruito già la scorsa stagione un perfetto equilibrio all’interno del “progetto giovani”, quello legato al gruppo più prossimo alla Prima Squadra, e non è intenzione della Proprietà comprometterlo con scelte azzardate.
A meno che la crisi di gioco e risultati (più di risultati che di gioco a dirla tutta, comunque figlia dei tanti infortuni) non si trasformi nel giro di poche settimane in un vero e proprio cataclisma sportivo, Pioli resterà l’allenatore del Milan. Conclusa la stagione, a bocce ferme la Proprietà farà valutazioni più ad ampio raggio. E quando arriverà il momento dei bilanci, verrà certamente considerato anche un “particolare”: il tecnico emiliano è sotto contratto con il Milan fino al 30 giugno 2025.




